Def, tensioni e bagarre dopo lo scivolone. Ma governo porta a casa lo scostamento

il testo passa con 112 voti favorevoli e 57 contrari; a Montecitorio con 221 sì, raggiungendo dunque il quorum necessario, e 201 no.

La crepa è chiusa. Dopo il “brutto scivolone” di ieri sulla risoluzione per lo scostamento di bilancio collegato al DEF (con le risorse per il dl Lavoro che sarà varato il 1 maggio), la maggioranza corre ai ripari e approva, a ranghi quasi completi, il nuovo testo varato dal Consiglio dei ministri in fretta e furia, sia alla Camera che al Senato.
Per dirla con la battuta del vice coordinatore nazionale e responsabile organizzazione territoriale di Forza Italia Alessandro Cattaneo, “oggi quanto a presenze siamo in overbooking”. Per la cronaca, a Palazzo Madama il testo passa con 112 voti favorevoli e 57 contrari; a Montecitorio con 221 sì, raggiungendo dunque il quorum necessario, e 201 no. Ma proprio alla Camera, luogo del ‘misfatto’ nelle 24 ore precedenti, non sono mancati forti momenti di tensione e qualche sospensione dei lavori fuori programma: la prima per il malore che ha colpito il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli, soccorso in infermeria e poi dimesso dal Gemelli dopo alcuni accertamenti che hanno escluso problemi più seri, il secondo per sedare il principio di rissa durante l’intervento in aula del capogruppo di FdI, Tommaso Foti. Del resto, gli animi erano già surriscaldati ed è bastato veramente poco per far esplodere la situazione.

Foti punta il dito contro le opposizioni, che reagiscono prima con urla e poi, nel caso del Pd, abbandonando l’aula. Ed è proprio in quegli istanti che, passando per i banchi della maggioranza, passano accanto ai colleghi di Fratelli d’Italia: l’intervento dei commessi evita, però, che tutto trascenda. Ritornata la calma, la seduta riprende e il governo incassa il voto favorevole. Poi bissato, poche ore dopo, anche in Senato. La polemica, però, continua. “Giorgia Meloni torni in Italia a spiegare ai suoi Deputati come ci si comporta in aula in una democrazia parlamentare”, twitta il dem, Nicola Zingaretti. “Rivotiamo lo scostamento dopo la brutta figura della maggioranza di ieri, dovuta ad uno scivolone che in realtà nasconde divisioni interne alla maggioranza”, punge il capogruppo di Avs in Senato, Peppe De Cristofaro, secondo il quale il DEF è “senza visione” e “aumenta le diseguaglianze”. Dai Cinquestelle è la deputata Daniela Torto ad attaccare: “Ormai tutti sentono il sapore amaro del governo delle promesse tradite”. Le risposte della maggioranza sono altrettanto puntute.
Per il deputato di FdI e questore della Camera, Paolo Trancassini, “Foti ha iniziato il suo intervento scusandosi con gli italiani e con il governo per quello che è accaduto ieri. Una prova di responsabilità e senso delle istituzioni che dovrebbe essere presa come esempio dall’opposizione che, come al solito invece, ha tentato di strumentalizzare l’accaduto”, per questo “gli insulti che gli sono stati rivolti sono vergognosi e ingiustificabili”. Tecnica e politica la replica del presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini: “Quello di ieri è stato un passo falso da non ripetere ma che può accadere. Solo chi non fa non sbaglia”.

Mentre il senatore leghista Massimo Garavaglia, pur chiedendo scusa “a Meloni, a Giorgetti, al governo, ma anche ai cittadini”, non cambia il giudizio positivo sul DEF. L’impressione, comunque, al di là del singolo episodio, è che la partita politica sia entrata in una fase molto calda.

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