Dehors: la lotta ai tavolini abusivi costa a Roma Capitale migliaia di euro

La maggior parte delle rimozioni viene condotta in danno da parte del Municipio I, il che vuol dire che l'amministrazione paga provando poi a riaversi sull'esercente irregolare, ma nel frattempo molte delle società che hanno montato i dehors sono fallite

Tavolini al Pantheon

Continua la lotta del Campidoglio contro i tavolini abusivi. Una lotta titanica e particolarmente onerosa, seconda quanto scrive oggi il Messaggero. La maggior parte delle rimozioni – leggiamo sul quotidiano romano – viene condotta in danno da parte del Municipio I, il che vuol dire che l’amministrazione paga provando poi a riaversi sull’esercente irregolare, ma in molti casi è complicato se non impossibile perché la società che ha montato dehors abusivi, in contrasto con il codice della strada, è nel frattempo fallita. Quindi il tempo che serve per avviare le pratiche, effettuare i controlli, disporre i sequestri delle occupazioni di suolo pubblico irregolari e procedere poi con le rimozioni. Ci vuole tempo, a volte settimane se non mesi, perché si da comunque modo all’esercente (di quelli rimasti aperti ma sanzionati) di procedere egli stesso con le rimozioni. Se non lo fa, interviene il Municipio quindi Roma Capitale che, con i soldi dei contribuenti, copre le spese necessarie. E non sono certo pochi “spicci”.

In media – continua il Messaggero – il costo varia all’ampiezza della pedana irregolare, ci vogliono tra i 2mila e i 3mila e 500 euro a intervento. Dopo le varie proroghe concesse dal governo sulle cosiddette occupazioni Covid – quelle cioè elargite a favore dei titolari di bar e ristoranti in deroga ai limiti consentiti – resta comunque un paniere corposo di irregolari. Perché nei due anni e mezzo di pandemia le pedane non sono state montate solo in strada, pure sui parcheggi riservati alle auto, ma in molti hanno divorato (e il termine è più che mai pertinente alla situazione) pezzi e pezzi di asfalto e marciapiedi in netto contrasto con il codice della strada. Quelle occupazioni, oggi, pur di fronte alle deroghe concesse, devono essere rimosse. Ma prima vanno trovate perché nessuno degli esercenti che figurano come abusivi si è, nel mentre, autodenunciato.

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