Il Comune di Roma ha stanziato 550 milioni per il progetto ‘’Coltiviamo la città’’. I cofondatori di ‘’Zappata Romana’’ che lo ha presentato con una raccolta di firme sollecitano la partecipazione dei cittadini e delle realtà territoriali.
Nelle città le disuguaglianze, l’impoverimento, la marginalizzazione, la disgregazione e l’esclusione generano ingiustizia sociale e spaziale, ma anche opportunità di sperimentare modelli di aggregazione e riconoscimento nello spazio pubblico e gestione collettiva dei beni comuni.
Il denominatore comune di queste nuove pratiche di innovazione sociale, ampiamente documentate ormai in tutta Europa, è dato dall’informalità dei processi che li supportano, guidata, tuttavia, da una visione e una progettualità condivisa. E’ quanto scrivono per il ‘’Forum di disuguaglianze e diversità’’, Silvia Cioli e Luca D’Eusebio, entrambi architetti e cofondatori di ‘’Zappata romana’’.
‘’Il giardinaggio urbano – rilevano – rappresenta in maniera esemplare tali attività.
Da semplice pratica “green” assume una dimensione politica perché capace di esprimere forme di contrasto e resistenza all’ingiustizia sociale diffusa e all’impoverimento dell’ambiente. Pur presentandosi come azione pratica e popolare è in grado di creare comunità, stimolare la coesione sociale, sperimentare modelli innovativi di produzione e gestione dello spazio pubblico, oltre a reti alternative di produzione e commercio alimentare, rafforzare gli ecosistemi urbani incrementando la biodiversità urbana e contrastando il cambiamento climatico.
A Roma, Zappata Romana dal 2010 indaga gli orti e i giardini quale azione collettiva di appropriazione dello spazio pubblico urbano e lo sviluppo di pratiche ambientali, economiche e sociali innovative. Le attività riguardano la ricerca sulle iniziative in atto dei giardini e degli orti condivisi, la promozione e la circolazione di esperienze e competenze, e la gestione dell’ Hortus Urbis, un orto didattico condiviso con piante antico romane nel Parco regionale dell’Appia Antica.
Come primo passo ‘’Zappata Romana’’ ha realizzato una mappa on line degli orti e giardini condivisi romani, basata su icone dove per ogni orto si apre una scheda con una foto e una descrizione, che ha rappresentato le molte esperienze sul territorio da frammenti verdi come un paesaggio urbano coerente, parti di una totalità urbana con una “psico-geografia” alternativa e una nuova coscienza urbana.
Inoltre ha raccolto le interviste dei protagonisti di alcune di queste storie; ha realizzato un manuale pratico disponibile in inglese e italiano; ha organizzato momenti di confronto e discussione, come nel 2019 chiamando realtà differenti cittadine a confrontarsi sul giardinaggio urbano a partire dal libro “Urban gardening and the struggle for social and spatial justice” curato da Chiara Certomà con Susan Noori e Martin Sondermann, edito dalla Manchester University Press.
Nel Bilancio Partecipativo 2019 di Roma Capitale, Zappata Romana ha presentato un progetto dal titolo “Coltiviamo la città, un orto per quartiere” risultato il secondo progetto più votato da attuarsi nel corso del 2020. Il Comune di Roma ha verificato la fattibilità del progetto stanziando un budget di 550 mila euro. Il rischio è che il progetto sia attuato senza partecipazione dei cittadini e delle realtà territoriali, come mera opera pubblica.
Da qui la decisione di promuovere una raccolta firme per un appello indirizzato alla Sindaca di Roma affinchè il progetto sia inserito in una politica pubblica di più ampia portata e preveda il coinvolgimento dei Municipi, procedure trasparenti nell’attribuzione di aree alle associazioni e il coinvolgimento delle comunità locali attraverso la partecipazione.
Gli orti possono essere strumenti che costituiscono efficaci utensili affini alla proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità relativamente ai punti 8 “Strategie rivolte ai luoghi” e “Orientare gli strumenti della sostenibilità ambientale a favore dei ceti deboli“. In questo senso prendono corpo e si rafforzano le necessità di considerare il giardinaggio urbano quale pratica da inserire in un contesto più ampio, adattando l’intervento sui bisogni delle comunità e sui singoli luoghi al fine di mitigare le ingiustizie spaziali e ambientali.
Il giardinaggio urbano – concludono l’articolo Cioli e D’Eusebio, presidente di ‘’Zappata Romana’’ – contribuisce a promuovere il senso di comunità, a stimolare la coesione sociale, a sperimentare modelli innovativi di produzione e gestione dello spazio pubblico, oltre a reti alternative di produzione e commercio alimentare, rafforzare gli ecosistemi urbani incrementando la biodiversità urbana e contrastando il cambiamento climatico.’’