È allarme turismo a Roma, Campidoglio invoca governo

Circa 350 hotel chiusi e altri in bilico, 8mila posti a rischio

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Nel giorno dell’Epifania deflagra il grido d’allarme del Campidoglio per la crisi del turismo a Roma, gli assessori competenti in materia chiedono l’intervento del governo. La situazione del settore e’ nota da tempo: quasi un terzo degli hotel cittadini, 350 su 1.280, al momento e’ chiuso. Nel punto massimo della crisi pandemica da Covid gli alberghi rimasti aperti erano poco piu’ di 300. In alcuni casi le strutture non hanno mai riaperto dopo il lockdown dell’inverno 2020. Solo negli ultimi giorni due hotel storici, lo Sheraton all’Eur e il Majestic di via Veneto, hanno annunciato l’avvio dei licenziamenti: in totale si parla di oltre 200 dipendenti.

La pandemia ha messo a nudo i limiti del modello di sviluppo del centro storico, che da anni perde residenti riempiendosi di attivita’ commerciali, ristorazione e strutture ricettive. Venuta meno una buona parte del flusso di turisti, soprattutto quelli stranieri – nel 2019 si contavano quasi 13 milioni di visitatori – il bacino di utenza degli hotel e crollato. L’estate 2021 aveva portato ad una ripresa del turismo – tra alcuni eventi e i numeri del contagio contenuti – con il ritorno di presenze dagli Usa e dall’Europa. Ora pero’ la quarta ondata di Covid si sta abbattendo su settore gia’ fortemente provato. “E’ emergenza, serve subito un consiglio comunale straordinario con i ministri del Turismo e del Lavoro”, domanda Alessandro Onorato, assessore capitolino al Turismo.

“Roma tra le citta’ d’arte e’ quella che paga il prezzo piu’ alto – prosegue – il rischio e’ che a breve ci sia un’ulteriore escalation negativa. C’e’ bisogno di un intervento straordinario del governo Draghi. Ci appelliamo alla sensibilita’ del premier e chiediamo la convocazione di un consiglio comunale straordinario alla presenza del ministro del turismo Garavaglia e di quello del lavoro Orlando”. L’ammissione di Onorato da la dimensione della situazione: “Roma da sola non ce la puo’ fare, il Comune non puo’ far fronte a una crisi di tale portata”. Gli fa eco l’assessora al Lavoro Claudia Pratelli: “Roma non si puo’ permettere 8.000 licenziamenti. Questi i numeri cui la Capitale rischia di andare incontro, secondo le stime dall’ente bilaterale Turismo per i prossimi mesi, a fronte della pesante crisi in atto. Nella Capitale il settore turistico e’ in piena emergenza”.

La Federalberghi Roma appoggia l’iniziativa degli assessorati. “La recente chiusura di alcuni grandi alberghi e’ solo la punta di un iceberg, il turismo romano e’ ormai in cortocircuito e sono migliaia i lavoratori a rischio. Sta irreversibilmente montando un’ondata di piena di licenziamenti nel settore alberghiero, che va immediatamente arginata ripristinando con effetto retroattivo la Cassa integrazione Covid, non rinnovata il 31 dicembre scorso, e sostenendo le aziende in affitto con il credito di imposta e quelle di proprieta’ con la sospensione della seconda rata IMU”, commenta il presidente dell’associazione Giuseppe Roscioli. Che sottolinea: “Roma e’ l’epicentro del cataclisma. Veniamo contattati ogni giorno da nuove imprese che ci chiedono come effettuare le procedure di chiusura”. L’appello della giunta trova sponde in Assemblea Capitolina.

La presidente dell’Aula Svetlana Celli, assicura: “Mi trova pienamente d’accordo la richiesta avanzata di un consiglio straordinario alla presenza dei ministri del Lavoro e del Turismo e delle associazioni di categoria. Ne parlero’ con i capigruppo, di maggioranza e opposizione, per fissare quanto prima una convocazione dell’Aula”. Sulla stessa linea la Lista Calenda, con la capogruppo Flavia De Gregorio, che apre: “Siamo favorevoli a un Consiglio straordinario e allargato sul tema turismo, che preveda la presenza dei Ministri competenti e delle associazioni di settore. Tutto l’indotto e’ stato tra i piu’ penalizzati dalla pandemia e occorre una visione d’insieme che metta in campo azioni a breve, medio e lungo termine”.

 

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