“La fine della cessione del credito e dello sconto in fattura per misure come il sismabonus acquisti, che ha permesso a molte persone di comprare immobili ristrutturati da imprese in zone sismiche 1, 2 e 3, con miglioramento della classe di rischio, quindi maggiori garanzie strutturali in caso di sisma, è una misura che rischia di compromettere il percorso di messa in sicurezza di un patrimonio edilizio romano che risulta datato e spesso antecedente al 1970, cioè all’alba della prima normativa in materia, la legge n.64 del 2 febbraio 1974”. Lo sostiene Angelo Marinelli, amministratore unico di CAM Spa, che da anni opera nel settore.
La classificazione sismica nell’area di Roma, da cui derivano specifiche normative tecniche per la costruzione degli edifici, secondo la mappatura della Protezione Civile, presenta infatti valori oscillanti tra 2 e 3, fasce che si traducono rispettivamente in zona con “pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti e zona “con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti”.
Secondo quanto riportato dal portale sicuropiu.it, il sistema informativo del rischio realizzato dalla Protezione civile, nell’area del Comune di Roma l’8% delle abitazioni è ad alta vulnerabilità sismica (1 su 13). Tale valutazione si basa sull’analisi probabilistica dei danni che un edificio può subire per effetto di un sisma di una data intensità che si traduce, in altri termini, in “una misura della incapacità dell’edificio – si legge sul portale -, dovuta alle caratteristiche costruttive, di resistere allo scuotimento sismico
Per Marinelli oltre alla battuta d’arresto alla sicurezza in caso di terremoto, il decreto governativo ha una ripercussione negativa anche sul fronte della riqualificazione energetica degli edifici prevista dalla direttiva Ue sulle “case green’’. In particolare considerando gli ultimi dati diffusi dall’Enea e dalla Regione, riportati nel Catasto Energetico degli Edifici, attualmente nel Lazio circa 4 palazzi ad uso residenziale su 10 si trovano nell’ultima classe di prestazione energetica.
Infine in attesa che le associazioni di categoria e il governo trovino delle soluzioni adeguate ai cosiddetti “crediti incagliati”, l’auspicio di Marinelli è che si possa giungere alla concretizzazione di proposte-ponte per “ripristinare anche a percentuali più contenute, il sistema consolidato dello sconto in fattura e della cessione del credito, evitando di compromettere la grande rincorsa italiana alla sostenibilità e alla sicurezza”.