A due anni dall’elezione di Roberto Gualtieri a sindaco, il presidente dei costruttori romani, Antonio Ciucci, intervistato da ‘’Il Corriere della Sera’’ chiede al Campidoglio un deciso cambio di passo. Pur assicurando da parte di Ance Roma-Acer «massima collaborazione nell’ottica della semplificazione e della trasparenza», sottolinea: «C’è il freno degli uffici. Negli ultimi anni hanno perso circa duemila posti di lavoro, gli stipendi sono troppo bassi rispetto alle competenze richieste e mancano i dirigenti che si sono dimezzati: erano 238 e oggi se ne contano 128, mentre il loro ruolo è essenziale per il buon funzionamento dell’amministrazione».
Per il presidente dei costruttori il deficit tecnico-amministrativo va colmato: «II sindaco deve trovare una soluzione, anche bussando al governo, per potenziare gli uffici con unità operative speciali. Dobbiamo convertire gli investimenti, trasformarli in ricchezza per far crescere la città. Non possiamo restare in balia dei grandi temi sulla rigenerazione urbana con progetti che rischiano di rimanere sulla carta e interventi urbanistici arenati, anche dai primi anni del Duemila».
Come l’ex Fiera su cui c’è per ora solo il progetto o i Print, i programmi integrati: su 180 ne è stato approvato solo uno, quello di Pietralata. Il bando è del 2006 e a oggi non è stata posata neppure una pietra. O come i ritardi accumulati per alcune trasformazioni urbane, dovuti al mancato prolungamento della metro B.
«Chi vuole investire su Roma ha bisogno di certezze su tempi e norme. In tal senso – aggiunge Ciucci – bene le modifiche alle norme tecniche del Piano regolatore: l’auspicio è che fin dall’adozione in consiglio comunale possano incentivare di più le modifiche volte a interventi di riqualificazione, con maggiore flessibilità delle destinazioni d’uso».
E i cantieri giubilari e del Pnrr? «A settembre scorso, secondo il nostro Osservatorio, siamo a 682 interventi del Pnrr, un 14% in più rispetto a luglio per un importo finanziato di circa 1,4 miliardi. Quasi il 30% degli interventi è in fase di progettazione, poco meno del 38% è in fase di affidamento, circa I’8% è in esecuzione. Per quanto riguarda le opere giubilari previste dal primo decreto, su 1,3 miliardi (escluse le opere di Caput mundi) il dato, tratto dall’ultima rilevazione della commissione governativa, ammonta al 45% di interventi materialmente avviati».
A preoccupare, resta la messa a terra: «Bene le assegnazioni delle risorse e le aggiudicazioni dei bandi – dice Ciucci – ma poi bisogna passare alla fase esecutiva. È su questo punto che
l’efficienza degli uffici deve fare la differenza».
Rispetto a singole operazioni immobiliari, secondo Ciucci, ‘’serve una mano anche dalle banche. Da uno studio Ance, in 15 anni il credito al nostro settore è diminuito del 76%. Eppure dopo il Covid abbiamo registrato una forte crescita delle ore lavorate, grazie anche alla spinta del superbonus. A prescindere dal giudizio sulla misura e al netto di alcuni comportamenti illeciti che condanniamo, va detto che il superbonus ha funzionato, forse proprio perchè non ha visto il coinvolgimento diretto del pubblico nella procedura».