Elezioni europee: Meloni e Schlein si prendono la scena

L'accordo tra maggioranza e Pd sulla mozione parlamentare per Gaza mette in ombra Salvini e Conte, che rischiano il ruolo di comprimari nelle prossime elezioni europee, se la premier e la leader dem decidessero di scendere in campo

La polemica che sta agitando il centrodestra sulla possibilità di un terzo mandato per sindaci e presidenti di Regione rischia di alimentare altre e nuove tensioni in una campagna elettorale dove i toni sono destinati a lievitare giorno dopo giorno. Il rinnovo del parlamento di Strasburgo, (si vota l’8 e il 9 giugno) misurerà, infatti, non tanto la forza di questa o quella coalizione, reale o presunta, quanto quella delle singole forze politiche. In verità qualcosa di nuovo e di significativo nelle ultime settimane è successo.

Il riferimento è il voto parlamentare sulla mozione per Gaza, mozione sulla quale maggioranza di governo e Partito democratico si sono trovati d’accordo. Meglio: quella mozione è nata da due telefonate tra Giorgia Meloni e la leader del Pd, Elly Schlein. Risultato tanto più importante se si pensa al tema, la politica estera del nostro Paese, per la quale, storicamente, abbiamo visto più spesso cadere governi che nascere esecutivi.

La mozione su Gaza, scrive l’Agenzia Nova, ha dimostrato che il dialogo tra la premier e la leader del maggior partito di opposizione, almeno su alcuni temi, è possibile, ma anche che le telefonate di cui sopra hanno trasformato Matteo Salvini e Giuseppe Conte in due comprimari. Con la possibilità concreta che la cosa si ripeta nel momento in cui sia la Meloni che la Schlein decidessero di scendere in campo direttamente, facendo della campagna elettorale una gara a due. E tutto fa pensare che così sarà.

Matteo Salvini continua ad alzare i toni della polemica a caccia di quei consensi già abbondantemente persi alle ultime elezioni politiche, e che rischia di perdere anche alle europee, dove il rischio di scendere al di sotto del 9 per cento viene vissuto come una tragedia.

Giuseppe Conte punta tutto sull’obiettivo di raccogliere anche un solo voto in più del Partito democratico, per dettare poi i tempi e l’architettura di una possibile alleanza. La sua speranza è che, se Pd ed M5s dovessero vincere insieme le prossime elezioni politiche, a guidare l’ipotetico governo di centrosinistra potrebbe essere, appunto, il leader grillino. Una speranza che, almeno a leggere gli ultimi sondaggi, difficilmente si realizzerà.

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