Elezioni regionali: D’Amato e Bianchi chiudono in periferia, Lega per Rocca

Partita la volata finale per il voto del 12 e 13 febbraio.

Partita la volata finale per il voto del 12 e 13 febbraio. A 72 ore dal ‘silenzio’ che precede le urne, tra stoccate e accuse, le ultime giornate della campagna elettorale del Lazio sono dedicate alle iniziative di chiusura nelle piazze della Capitale. Sia il Pd, sia il Movimento 5 Stelle, hanno deciso di puntare sulle ‘periferie’, mentre il centrodestra per Francesco Rocca, non ha previsto per ora il classico comizio finale. L’evento conclusivo, infatti, è da considerarsi quello di domenica scorsa, con tutti i leader all’Auditorium della Conciliazione. E se Donatella Bianchi, assieme al presidente pentastellato Giuseppe Conte, sarà venerdì al cinema Aquila al Pigneto, Alessio D’Amato, con i dem e il Terzo polo, ha deciso di ‘sfidare’ idealmente la premier: “Venerdì chiuderò la campagna elettorale alla Garbatella, a casa di Meloni… E’ un quartiere popolare, io non sono un candidato della Ztl, abito in borgata da sempre”, ha detto D’Amato.

Per Rocca i partiti sono comunque scesi in campo. Ieri è toccato a Forza Italia e oggi alla Lega. All’hotel Carpegna Palace, il conclave del Carroccio con Matteo Salvini, e i ministri Locatelli, Calderoli, Giorgetti e Valditara. Nelle ultime ore di campagna continuano gli scambi di accuse. Ed è il favorito Rocca ad aver sferrato l’affondo contro la giunta Zingaretti e il sindaco Roberto Gualtieri: “Le aziende agricole pubbliche più importanti del Paese” sono al centro “di una delibera last minute” e verranno “sostanzialmente svendute dalla Regione”. “Un palese regalo a Gualtieri”, ha dichiarato l’ex presiedete della Croce Rossa, annunciando che il caso verrà segnalato “alla Corte dei Conti”.

Immancabile, poi, la polemica sulla sanità tra Rocca e D’Amato, con la puntigliosa risposta del candidato Pd: “Rocca guardi i dati pubblicati dal ‘suo’ ministero della Salute nel report che è stato inviato: il Lazio è una delle Regioni italiane a essere adempiente”. Bianchi, dal canto suo, ha chiesto all’ex alleato dem di “lasciare in pace” i suoi elettori, poi l’ammissione: “Al Campidoglio ho votato Gualtieri, perché aveva un altro programma. L’ha cambiato dopo. Chi altro era candidato? Forse c’era la Raggi…”, ha detto la candidata 5s, cercando successivamente di aggiustare il tiro: Il voto all’attuale sindaco è arrivato solo “al ballottaggio”. In ogni caso è il dem che oggi ha ricordato al Movimento chi è veramente di sinistra: “Vengo dalla Fgci e dal Pci. Conte impropriamente cita Berlinguer e non trae questo suo insegnamento: gli interessi del Paese vengono prima di quelli di parte”, l’affondo dell’assessore.

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