Siamo oramai a metà dicembre e tra poco meno di due mesi nel Lazio si voterà per il rinnovo del Consiglio regionale e per il nuovo “governatore”. Gli elettori sono infatti chiamati alle urne domenica 12 febbraio e la mattinata di lunedì 13 per un voto anticipato causato dall’elezione di Nicola Zingaretti alla Camera, che ha costretto alle dimissioni da presidente della Regione l’esponente del Pd. Manca poco, quindi. Ed ancora meno se si considera che in questi due mesi scarsi ricadono le festività natalizie.
Tempo scarso, allora, per la campagna elettorale. Ai pali di partenza, per ora, c’è un solo candidato, Alessio D’Amato, assessore alla Sanità uscente, che è stato proposto dal leader di Azione, Carlo Calenda, e che è stato accettato dal Pd, anche se non si sono nascosti in alcuni settori del partito forti malumori per una scelta più subita che voluta. Per ciò che concerne il destra-centro e il M5S, invece, ancora non è stato fatto un nome per la candidatura alla presidenza.
Giorgia Meloni ha assunto una posizione attendista per studiare i movimenti sul fronte degli oppositori al governo nazionale, ovvero per vedere se, sia pure in extremis, i pentastellati di Giuseppe Conte avrebbero ridato vita alla maggioranza uscente regionale, ovvero all’alleanza con il Pd. I cinquestelle però non sembrano aver imboccato questa strada, che pure hanno preso in Lombardia, dove si vota simultaneamente al Lazio, e stanno cercando una candidatura autorevole da contrapporre più che alla coalizione di governo al Partito Democratico. In questa ottica Conte ha corteggiato a lungo Bianca Berlinguer, figlia di Enrico, storico e rimpianto segretario del Pd, per strappare quanti più consensi possibili al partito ancora di Enrico Letta, per giunta impegnato nelle fasi precongressuali, e raggiungere la primazia tra le forze di opposizione. Il progetto però, almeno per il momento, è andato in fumo e quindi Conte sta cercando un altro candidato autorevole, possibilmente donna.
In questo quadro, con le forze di opposizione divise e destinate a darsi battaglia per ottenere il primo posto nelle preferenze elettorali dei cittadini che guardano al centrosinistra, per il destra-centro la strada per la conquista della maggioranza alla Pisana sembra spianata. Giorgia Meloni deve solo indicare chi sarà candidato alla presidenza della Regione. E questa indicazione, a quanto sembra, è attesa entro il 18 dicembre. In “pole position” sembra essere Chiara Colosimo, consigliera regionale uscente e fresca deputata, fedelissima della leader di FdI. Ma c’è un ma. Se l’esponente di Fratelli d’Italia fosse eletta si dovrebbe dimettere da deputato ed al suo posto entrerebbe il primo dei non eletti nei collegi uninominali di Lazio 2, che potrebbe non essere del partito della Meloni, ma della Lega o di Forza Italia. Sono in corso controlli. Quindi, in questi giorni ha preso quota la candidatura dell’europarlamentare Nicola Procaccini, già sindaco di Terracina dal 2011 al 2015 e poi dal 2016 al 2019, quando è stato eletto al Parlamento europeo. Una sua elezione a governatore, infatti, non costerebbe nulla in termini di seggi per FdI perché al suo posto subentrerebbe a Bruxelles un altro esponente della destra.
Il nome del candidato FdI alla presidenza della nostra regione verrà fatto nel corso della manifestazione che si svolgerà a Roma dal 15 al 17 dicembre in Piazza del Popolo per celebrare il decennale della fondazione del partito sotto il titolo “10 anni di amore per l’Italia”. Un candidato che, salvo clamorose sorprese sempre possibili nel segreto delle urne (anche se al momento il divario tra le varie forze politiche, con le opposizioni divise, sembra incolmabile a favore del destra-centro), sarà anche il successore di Zingaretti ai vertici del Lazio.