A poco meno di tre settimane dal voto del 12 e 13 febbraio per le elezioni regionali nel Lazio (in concomitanza si vota anche in Lombardia), in base ai sondaggi finora effettuati non ci dovrebbe essere partita, con il destra-centro abbondantemente avanti al centrosinistra ed ai cinquestelle e con Francesco Rocca che gode di un ampio margine di vantaggio nei confronti del suo principale antagonista, Alessio D’Amato (Pd e Terzo Polo), ed ancora più vistoso rispetto a Donatella Bianchi (M5S). Completamente fuori gioco gli altri tre pretendenti alla presidenza regionale, Sonia Pecorilli (Partito comunista italiano), Fabrizioi Pignalberi (Quarto Polo ed Insieme per il Lazio) e Rosa Rinaldi di Unione popolare (l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris).
Destra-centro e Rocca, infatti, veleggiano al di sopra del 40 per cento nelle intenzioni di voto, distanziando nettamente centrosinistra e D’Amato (dai nove agli undici punti in più). In base al sondaggio Tecnè per l’agenzia Dire, svolto a metà gennaio, l’ex presidente della Cri si attesterebbe intorno al 46 per cento dei voti, mentre l’ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti si fermerebbe al 35%. Come si vede un divario fortissimo, quasi incolmabile se non ci fosse un dato che può incoraggiare D’Amato nella sua battaglia elettorale. Gli indecisi (quelli che non sanno ancora per chi andranno a votare o che sono più o meno propensi a disertare le urne) sono tantissimi e potrebbero rovesciare le sorti di una battaglia la cui vittoria sembra già assegnata.
Certo l’esperienza degli anni passati ci dice che quello dell’astensione è oramai il primo partito italiano e che un voto in piena stagione invernale è abbastanza condizionato dalla situazione metereologica. Inoltre, il voto degli attuali indecisi, qualora decidessero di recarsi alle urne, non si riversa tutto su un candidato ma, solitamente, si ripartisce tra i principali competitori per la presidenza, ma da qui al 12 febbraio c’è ancora tempo per sperare, da parte di D’Amato e Bianchi, in una rimonta nei confronti di Rocca.
Comunque, a vivacizzare la campagna elettorale sono le vicende interne di FdI e Lega. A causa di una manifestazione elettorale al Teatro Brancaccio di Roma promossa dalla corrente “I Gabbiani” di Fabio Rampelli (che la Meloni non ha voluto candidare alla presidenza della regione nonostante che i sondaggi assegnassero al vicepresidente della Camera una vittoria schiacciante), iniziativa a sostegno di due candidati della stessa corrente al consiglio regionale, la leader della destra ha commissariato con Giovanni Donzelli la Federazione romana del partito, che aveva per coordinatore Massimo Milani, esponente di spicco dell’unica corrente di Fratelli d’Italia. Acque agitate anche nella Lega del Lazio. che ha visto in questi giorni quattro suoi dirigenti lasciare il partito (Gianluca Borrelli ad Alatri, Giancarlo Lorini a Castelliri, Maria Debora Bovenga a Isola del Liri, Mario Brait di San Giovanni Incarico). Fuoriuscite che hanno fatto seguito ad altre avvenute in precedenza. Maretta quindi nei due partiti che mette un po’ di pepe in questa sonnacchiosa campagna elettorale con un vincitore scontato.