Elezioni Regionali: nel Lazio verso il voto senza emozione 

Lunedi 9 gennaio  scade termine presentazione liste e candidati. La strada per il successo di Rocca del destra-centro sembra spianata

Manca poco più di un mese alle elezioni per il Consiglio regionale del Lazio (domenica 12 febbraio e mattinata del 13) e la campagna elettorale deve ancora partire. Sarà per le festività natalizie e di capodanno, sarà per la quasi concomitanza con il congresso nazionale del Pd, sarà perché i partiti stanno ancora definendo liste e candidati alla Pisana (il termine per la loro presentazione scade lunedi’ 9 gennaio), fatto sta che tutti sembrano ignorare il prossimo voto di febbraio.

Per ora sono note solo le candidature per la presidenza. Al momento sono quattro: Francesco Rocca, ex presidente della CRI e grande favorito, per la destra-centro, Alessio D’Amato, assessore regionale uscente della Sanità, sostenuto da Pd, Terzo Polo ed una parte di Europa verde, Donatella Bianchi, giornalista, sostenuta da M5S e Coordinamento 2050, e Rosa Rinaldi, ex sindacalista della Fiom, già sottosegretaria al Lavoro nel secondo governo Prodi, presentata da Unione Popolare, la forza della sinistra alternativa dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Come detto, il grande favorito è Rocca, scelto da Giorgia Meloni e proposto dalla leader di FdI in una terna di nomi a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. In base agli ultimi sondaggi (Izi per Repubblica) di qualche giorno fa, l’ex presidente della Croce Rossa Italiana  si attesterebbe al 42,6% dei voti contro il 34,8% del suo principale rivale, D’Amato. Un distacco di ben 7,8 per cento che sembra incolmabile, anche per la buona salute che sembra godere il governo di destra-centro a tre mesi circa dal suo insediamento. Più distanziata appare la candidata pentastellata. La Bianchi si fermerebbe infatti al 18,3%, molto distante dai primi due. Da rilevare che, sempre secondo la rilevazione di Izi, se Giorgia Meloni avesse candidato Fabio Rampelli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia nella Capitale, la vittoria sarebbe stata ancora più ampia perché l’attuale vicepresidente della Camera avrebbe conseguito un più che lusinghiero 50 per cento dei consensi.

Certo, alla scelta di Rocca ha contribuito anche il fatto che, con il covid che rappresenta ancora una minaccia, la campagna elettorale nel Lazio si baserà soprattutto sui temi della sanità e la prossima legislatura regionale dovrà porre particolare attenzione al Servizio sanitario ed a come attrezzarsi per affrontare al meglio tutte le tematiche che riguardano la salute dei cittadini. Altro aspetto che ha favorito la candidatura dell’ex presidente della CRI è stato poi il fatto che le opposizioni si presentano divise all’appuntamento elettorale di febbraio.

In politica, si sa, la matematica non viene sempre rispettata e la sommatoria di più partiti non dà quasi mai un risultato pari alla consistenza numerica di una coalizione, ma certo se Pd, Terzo Polo e M5S avessero trovato un accordo elettorale la destra-centro avrebbe avuto molti più problemi ed avrebbe dovuto sudare molto per conquistare la Pisana. Se vediamo, infatti, la sommatoria delle percentuali di voto di D’Amato e Bianchi arriveremmo ad un 43,1% che supererebbe di pochi decimali (0,5%) la quota rilevata per Rocca.

La prossima campagna elettorale avrebbe quindi avuto un corso diverso rispetto a quella che si preannuncia abbastanza tranquilla per la destra-centro, anche perché Pd e M5S saranno più impegnati a contendersi il primato regionale tra le forze di opposizione che a contrastare la coalizione di governo. Se poi aggiungiamo che nel Partito Democratico gli occhi saranno più rivolti al congresso nazionale  (la domenica successiva al voto regionale, ovvero domenica 19 febbraio, si terrano le primarie precongressuali) che alla consultazione per la Pisana, appare evidente che la strada verso il successo di Rocca appaia spianata.

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