Il candidato del centrodestra è sceso ufficialmente in campo: Francesco Rocca è pronto a partire per la campagna del Lazio. E lo fa mettendo un freno alle polemiche, soprattutto quelle interne al partito di Giorgia Meloni. “Nessun malumore nel partito e nella coalizione per la mia candidatura, sento un sostegno solido da parte di tutti”, ha detto all’Ansa il candidato alla regione. Infatti la rosa dei papabili, era composta da diversi esponenti di Fratelli d’Italia, come Fabio Rampelli e Nicola Procaccini.
“È una decisione che hanno preso i leader dei partiti e che non riguarda la caratura delle altre figure che erano in campo: io non sono un competitor loro, tutte persone con una storia politica di alto livello. Io sono un candidato della cosiddetta società civile”, ha sottolineato. Rocca quindi è determinato a iniziare il prima possibile, a partire dalle riunione con i coordinatori regionali dei partiti. “Stiamo lavorando su un programma che sia chiaro e misurabile da parte dei cittadini. Questo è il punto: essere misurati dai cittadini”, ha aggiunto.
Rocca ha deciso oggi di giocare d’anticipo, parlando di alcune vicende del passato, soprattutto in merito ad una condanna per droga: “Sono trascorsi 38 anni, all’epoca ne avevo solo 19 ed ero pieno di problemi e fragilità”, ha detto in una intervista alla ‘Stampa’. “Mia madre da lì a poco sarebbe morta per un cancro, ero molto sofferente e iniziai a usare gli stupefacenti. Vivevo ad Ostia, che non è proprio un ambiente tranquillo, e sono finito in un giro di amicizie sbagliate. Ma ho pagato il conto con la giustizia”, ha spiegato l’avvocato. Le priorità per il candidato quindi sono tre: “sanità, trasporti e rifiuti”. Inoltre “dobbiamo remare tutti insieme per far vincere la candidatura di Roma, di cui beneficerà tutto il Lazio, all’Expo. E prima del 2030, l’anno santo 2025. Nel Giubileo, Roma deve tornare a essere una città accogliente, a misura d’uomo”.
La campagna elettorale, però, come già preannunciato, sarà un derby che si gioca molto sulla sanità, visto che lo sfidante è l’attuale assessore regionale alla salute, Alessio D’Amato, con cui oggi è avvenuto il primo botta e risposta a mezzo a stampa. “Durante il Covid tutti si sono dati da fare e non sminuisco il suo operato. Ma il tema è ciò che non si è fatto per otto anni e la gestione quotidiana della sanità: nel Lazio si nega un servizio universale”, ha affondato Rocca. Infatti, per il numero uno della Croce Rossa, durante la pandemia “tutti indistintamente, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, ma con risorse infinite. La gestione della sanità quotidiana è un’altra cosa”. Per l’esponete Pd, però, “l’uscita del Lazio dal commissariamento della sanità è un risultato storico”. Insomma, se i partiti sono sicuramente presi a pensare alla manovra finanziaria nazionale, Rocca punta a darsi uno ‘slancio’, cercando di iniziare la corsa alla regione il prima possibile. (di Giulia Marrazzo per Ansa)