Il vertiginoso aumento dei prezzi di acquisto e degli affitti delle case nelle città, con punte a Milano e Roma, ha ingigantito l’emergenza abitativa spingendo le Amministrazioni comunali a ricercare in fretta soluzioni adeguate. Mentre Roma non ha ancora scelto quale Piano adottare, Milano che già un anno fa aveva cercato di coinvolgere senza successo i costruttori privati in un progetto di Welfare immobiliare, ha cambiato passo. Si è intestata direttamente la responsabilità di un Piano per la Casa, che segna un ritorno all’ edilizia pubblica’’, che bisogna risalire a 40 anni fa per trovarne traccia nel nostro sistema economico.
Dopo le critiche a un modello Milano che dava troppo spazio ai privati, la Giunta di Palazzo Marino ha infatti approvato nei giorni scorsi nuove linee di indirizzo per il Piano Straordinario per l’abitare accessibile, ossia la costruzione di 10 mila alloggi in 10 anni con affitti calmierati per famiglie con redditi fra 1.500 e i 2.500 euro mensili, che affidano al Comune la definizione delle regole, dei criteri e degli obbiettivi.
Un deciso cambio di passo rispetto all’operazione lanciata un anno fa che aveva cercato di raccogliere manifestazioni di interesse verso il cosiddetto welfare immobiliare da parte dei costruttori che avevano pressoché disertato la richiesta.
“Con questa delibera – spiega l’assessore al bilancio e al Demanio Emanuel Conte – riaffermiamo la forte regia pubblica del Comune sulle politiche abitative: non deleghiamo, ma guidiamo. Offrire alloggi in locazione a canone accessibile è una scelta di giustizia urbana: vogliamo dare stabilità a lavoratrici e lavoratori che contribuiscono ogni giorno alla vita della città’’.
Il nuovo Piano Casa del Comune di Milano – che potrebbe essere preso a modello anche dalla Amministrazione capitolina alle prese con una emergenza Casa altrettanto grave – si fonda su un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, in cui il Comune definisce visione, criteri e obiettivi, mentre gli operatori mettono in campo innovazione, competenze e risorse.
In particolare le nuove linee di indirizzo del piano di Palazzo Marino definiscono quattro strumenti operativi per attuare la strategia dell’abitare accessibile: un concorso internazionale, la valorizzazione del patrimonio pubblico, l’incremento del patrimonio residenziale e la rigenerazione degli spazi urbani.
Il concorso internazionale comparativo per le restanti aree da bandire, punta a promuovere la partecipazione di progettisti internazionali. Mentre gli uffici comunali svolgeranno indagini ambientali per stimare gli eventuali costi di bonifica e approfondimenti economico-finanziari. L’obiettivo è costruire quartieri sostenibili e accessibili, in linea con i quattro pilastri dell’inclusività abitativa definiti dal programma Horizon Europe: accessibilità, disponibilità, economicità e accettabilità.
Verranno poi valorizzati il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e gli immobili comunali oggi inseriti nel Piano delle Alienazioni verranno invece sottratti alla vendita. Si tratta infatti di unità vuote e disponibili in tempi brevi.
Sono inoltre previsti avvisi esplorativi per ampliare il patrimonio abitativo cittadino, acquisendo immobili di proprietà di altri enti pubblici da destinare a edilizia sociale e a canone accessibile. Infine verranno destinate alcune aree a funzioni pubbliche e verde urbano per valorizzare spazi di natura e socialità.
‘’Con questa delibera – sottolinea l’assessore Conte – vogliamo costruire una strategia per l’abitare insieme a tutte le energie della città – imprese, sindacati, Terzo settore, università e cittadini – per garantire che la casa sia un diritto e non un privilegio”.