Un’indiscrezione comparsa sul Corriere della Sera, nella sua edizione romana, ha lanciato l’allarme tra i lavoratori di Eni: ci sarebbe un piano per spostare tutte le attività del gruppo a Milano e mandare in soffitta la presenza nella Capitale, sulla falsariga di quanto operato da altre società, in primis Sky. Eni, interpellata in esclusiva da Radiocolonna, ha smentito categoricamente la ricostruzione del Corriere della Sera. Ma che cosa sosteneva il quotidiano milanese?
Secondo Lilli Garrone, autrice del pezzo, i 3.000 addetti di Eni e i 100 progettisti di Saipem potrebbero essere trasferiti a Milano, nella sede istituzionale di San Donato. Il segretario della Filctem, Ilvo Sorrentino, ha dichiarato al Corriere che “le politiche che si stanno determinando potrebbero portare allo spostamento dell’attività nell’hinterland milanese”.
Smentita categoricamente la voce da Eni, rimane da capire come mai alcune aziende (non contando il cane a sei zampe) stiano pensando di abbandonare la Capitale: la scarsità di infrastrutture, la difficoltà a reperire risorse, la burocrazia che ingessa ogni attività potrebbero essere solo alcune delle cause che stanno rapidamente portando Roma a diventare “periferia dell’impero”. In mezzo a tutte le problematiche che affliggono la città rimane il dramma del lavoro e dei lavoratori che, in alcuni casi, saranno costretti a trasferirsi a Milano, mentre altri, con ogni probabilità, saranno vittime di quella mobilità che è ormai diventata l’incubo di tanti.