Circa 25 milioni, il 30 per cento in meno di quanto speso nel 2015 per l’Expo di Milano, per un impatto economico che nel complesso supererà i 50 miliardi di euro: sono i numeri di Roma Expo 2030 illustrati oggi dal direttore del Comitato promotore, Giuseppe Scognamiglio, in occasione di un sopralluogo a Tor Vergata, l’area scelta per la costruzione dei padiglioni. Sul breve periodo, l’effetto economico indiretto è stimato in 18,2 miliardi, quello diretto – tra investimenti pubblici, privati e dei partecipanti – ammonta a 10 miliardi. “Il ritorno economico dell’investimento è stato stimato in un rapporto 1 a 5, per 10 miliardi di investimento complessivo dovrebbero tornarne cinquanta – ha detto Scognamiglio -. Non è soltanto una questione di investimenti pubblici: Expo significa che per sette anni accendiamo un faro sulla città, che ci consente di intercettare gli investimenti privati che girano per il mondo. Ci sono 2 trilioni di euro di investimenti privati nel mondo in cerca di opportunità: credo che se intercettassimo il dieci per cento di questi investimenti potremmo trasformare la città”. Intanto i costi delle attività per la candidatura di Roma sono ben al di sotto di quelli sostenuti nel 2015 per Milano: a fronte dei 35 milioni investiti nel capoluogo lombardo, per la Capitale la spesa, per cui non c’è ancora un consuntivo, non andrà oltre i 25 milioni. “Non abbiamo ancora un consuntivo finale ma non ci avvicineremo nemmeno – ha precisato Scognamiglio -, malgrado i membri del Bie siano passati da 96 a 171, fatto che ci avrebbe autorizzato a chiedere di più dei fondi stanziati allora. Siamo ampiamente sotto e ci resteremo. Siamo intorno al 30 per cento in meno, quindi intorno ai 25 milioni di euro”.
L’occasione per illustrare i dettagli è stata la seconda giornata di visita della delegazione del Bureau international des exposition (Bie) nella Capitale. Gli ispettori, da ieri, stanno prendendo parte a una serie di tavoli tecnici per analizzare il progetto con cui l’Italia si è candidata a ospitare l’esposizione universale e che a novembre dovranno scegliere tra Roma, Riad e Busan. La delegazione, guidata dal presidente del Bie, Dimitri Kerkentzes, stamattina ha incontrato il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, e quello della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a latere di un sopralluogo agli studi cinematografici di Cinecittà. La delegazione, a quanto si è appreso dal ministero delle Infrastrutture, ha chiesto rassicurazioni sul nuovo codice degli appalti e ha domandato aggiornamenti sia sugli investimenti straordinari in Liguria, sia sul Ponte sullo Stretto. Salvini ha ribadito che l’impegno del governo per sbloccare opere e accelerare le realizzazioni, e che sarà indipendente da Expo 2030. Sul fronte della cultura, il ministro Sangiuliano ha fatto sapere che l’Italia e Roma si preparano a “costruire una nuova stagione d’oro del cinema italiano” partendo “da una realtà densa di valori e professionalità come Cinecittà. C’è un rinnovato interesse anche industriale nei confronti del settore”, ha detto.
Intanto anche quella di oggi è stata una giornata piena per gli ispettori: stamattina dopo gli incontri istituzionali, la delegazione ha effettuato un sopralluogo lungo la strada che collegherà, attraverso il parco dell’Appia Antica, i Fori Imperiali a Tor Vergata, grazie a percorsi di “mobilità dolce”: piste ciclabili e pedonali. Il tavolo tematico di oggi, infatti, è stato dedicato alle infrastrutture previste per garantire i collegamenti verso Tor Vergata. “Abbiamo parlato delle infrastrutture, cioè come Roma si appresta a collegare aeroporti, porti e ferrovie al centro della città e a Tor Vergata. Ci sarà uno sfioccamento (diramazione, ndr) della Metro C con due stazioni all’interno dell’area dell’Expo e poi ci sarà un percorso di mobilità dolce che da solo vale la spesa di venire a Roma: dal Colosseo ai parchi archeologici di Roma ci porterà a Tor Vergata in 12 chilometri in bicicletta”, ha ricordato il direttore del Comitato promotore, Scognamiglio. “Oggi il percorso c’è, ma è accidentato: con l’architetto Ratti si sono studiate modalità di risistemazione della pavimentazione”. È saltato, invece, il volo sul pallone aerostatico dal quale sarebbe stato possibile vedere, grazie a visori di realtà aumentata, la proiezione del futuro progetto sull’area di Tor Vergata. Le raffiche di vento, superiori ai cinque nodi, non avrebbero permesso il volo in sicurezza. Tuttavia “i nostri creativi sono al lavoro per mettere a punto dei video, che possono essere riprodotti con i visori della realtà aumentata”, ha concluso Scognamiglio.