Ultimo appuntatamento a Parigi prima del verdetto, atteso per il 28 novembre, che decreterà il Paese vincitore della gara per l’Expo 2030 che sarà scelto tra Italia, Arabia Saudita e Corea del Sud. A fine novembre i 170 Paesi membri del Bureau international des exposition (Bie) si esprimeranno all’Assemblea generale a Parigi e sceglieranno quale città – tra Roma, Riyad e Busan – dovrà ospitare l’evento.
Ieri pomeriggio, al Palais Brongniart in Francia, dopo il videomessaggio di apertura del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha promosso la candidatura della Città eterna spiegando: “A Roma abbiamo le infrastrutture e l’industria dell’ospitalità è già pronta. Accogliamo 20 milioni di visitatori all’anno. Nel 2030 si prevede che l’esposizione universale riceverà altri 30 milioni di visitatori. Pensateci. Se le esposizioni sono anche un mezzo per promuovere il proprio Paese, dal punto di vista culturale e turistico, non c’è davvero paragone tra il palcoscenico che offriamo noi e la concorrenza. È come avere uno spot in prima serata al Super bowl rispetto a uno alle tre del mattino sulla tv via cavo”.
All’evento-spettacolo, con un testimonial di eccezione, il ballerino di fama internazionale Roberto Bolle, sono intervenuti numerosi esponenti della società civile tra cui Licypriya Kangujam, una dodicenne indiana, tra le più influenti attiviste climatiche nel mondo. E così, un passaggio centrale, nell’intervento del sindaco, è stata la sollecitazione al Bie a scegliere sulla base dei comuni valori dei Paesi membri: “La nostra candidatura si fonda sulla convinzione che, nel momento in cui ci sforziamo di trovare soluzioni a sfide epocali come il cambiamento climatico, i conflitti e le disuguaglianze, è essenziale ricordare e fare sempre riferimento ai principi e ai valori della democrazia, dei diritti umani, della tolleranza e dell’inclusione. Expo 2030 dovrebbe anche essere una celebrazione dei valori del Bie. Mentre valutate quale sia la città migliore per ospitare l’esposizione, vi chiedo di considerare attentamente quale candidato incarni e preservi meglio quei valori che, come membri del Bie e come esseri umani, ci sono cari“.
Anche il presidente Mattarella ha rimarcato il valore umano del progetto della Capitale: “Luoghi e persone, popoli e territori, la terra e l’umanità: questi vogliono essere i protagonisti della proposta che Roma e l’Italia formulano per l’Expo del 2030. Roma è una città che nei secoli ha fatto dell’inclusione uno dei tratti della sua esperienza – ha detto Mattarella -. Un luogo che ha saputo essere promotore di civiltà, accoglienza e dialogo con le numerose culture che nei millenni hanno arricchito la sua identità”. E quindi il presidente ha rimarcato che a Roma non ci saranno “scontate scintillanti vetrine high-tech o convenzionali esposizioni rappresentative di posti lussureggianti nel pianeta, quanto piuttosto luoghi e persone che si incontrano per stabilire reti di relazione e condivisione, con attenzione particolare ai giovani e a quanti nelle società vivono in condizioni di disabilità o emarginazione”.
Un videomessaggio è stato inviato dal governatore del Lazio, Francesco Rocca: “Il nostro progetto è pensato per le persone, incorporando al suo interno i semi del cambiamento culturale e della crescita condivisa attraverso migliaia di borse di studio e iniziative innovative”.
E ora, si apre la corsa finale all’ultimo voto, a cui dovranno lavorare intensamente gli ambasciatori e i diplomatici dei tre Paesi in gara. In prima linea per Roma e per l’Italia c’è il presidente del Comitato promotore Roma Expo 2030, Giampiero Massolo: “Contiamo sugli appoggi, non scontati, che nel frattempo ci sono arrivati da parte di Paesi diversissimi e dalle istituzioni europee”, ha detto.
Iniziata ufficialmente nel 2021, quando l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi firmò la candidatura della Capitale, fortemente sostenuta e voluta dall’ex sindaca Virginia Raggi, la corsa di Roma si avvia al traguardo. Sulla candidatura della città tutte le grandi aziende italiane, le associazioni di categoria e i sindacati, hanno fatto fronte comune e le istituzioni, al di là delle differenti posizioni politiche, hanno lavorato in stretta sinergia con l’obiettivo di portare a casa la vittoria. Non soltanto Roma, quindi, ma il Paese tutto, adesso attende con il fiato sospeso il verdetto: arriverà da Parigi, in un martedì di fine novembre.