Expo 2030: presentata a Parigi la candidatura di Roma

Un dossier da 618 pagine: cuore pulsante del masterplan saranno i cinque padiglioni. Tra i progetti più significativi, la strategia energetica che sarà introdotta per l'esposizione e il suo post, offrendo un’opportunità di decarbonizzazione al contesto di Tor Vergata e al quadrante sud est della Capitale, con la creazione di un grande parco solare

È stato presentato oggi a Parigi al Bureau international des expositions (Bie) il dossier di candidatura di Roma per l’Expo 2030. “Un progetto senza eguali per il suo carattere innovativo”, ha detto durante la conferenza stampa il sindaco capitolino Roberto Gualtieri, al fianco del presidente del Comitato di candidatura, l’ambasciatore Giampiero Massolo, e al sottosegretario agli Affari esteri, Manlio Di Stefano.

Oltre alla capitale italiana, in corsa ci sono anche Odessa, in Ucraina, Riad, in Arabia Saudita, e Busan, in Corea del Sud. Nel novembre del 2023 è previsto il voto finale dei 170 membri del Bie. Il volume presentato oggi, che conta 618 pagine, è diviso in 21 capitoli, di cui 14 obbligatori e 7 aggiuntivi.

Il Comitato ha consegnato formalmente anche la lettera di sostegno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’esposizione del 2030, che coinciderà non soltanto con le celebrazioni del centenario del Bie ma anche con il compimento, che cadrà proprio quell’anno – dell’Agenda per lo Sviluppo onusiana, ha un valore altamente simbolico”, si legge nel messaggio del capo dello Stato. “Oggi l’ex non deve essere semplicemente un evento che c’è e poi finisce ma qualcosa che lascia un’eredità profonda”, ha spiegato Gualtieri.

Il progetto 

Un volume da 618 pagine: 21 capitoli, 14 obbligatori e 7 aggiuntivi: è la mole del progetto presentato da Roma. La Capitale italiana sfida le altre tre città con una squadra di professori e professionisti internazionali (quali Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini) che hanno collaborato con le Università romane e le istituzioni locali e nazionali, sotto la guida dell’architetto Matteo Gatto, già direttore di Expo Milano 2015.

Il dossier si compone di cinque parti. È la quarta sezione quella che rappresenta il cuore del progetto, che si estende su tutta la città fino al sito espositivo di Tor Vergata, e ne illustra i padiglioni tematici e le modalità di partecipazione previste per i Paesi – sono attese delegazioni da 150 nazioni – con itinerari che si dipaneranno su tutta la città e saranno in dialogo costante con l’area espositiva.

I padiglioni espositivi sono il centro e il cuore pulsante del masterplan e sono costituiti dai “padiglioni nazionali”, dai “padiglioni tematici” e dai “padiglioni non ufficiali” dedicati a organizzazioni internazionali e aziende partner. I lotti appositamente pensati per questi padiglioni sono stati progettati in modo da garantire ai partecipanti la massima libertà di disegno.

La strategia alla base della costruzione dei padiglioni è basata sul principio di circolarità, per garantire la sostenibilità generale dell’evento, progettando l’Expo ed il post Expo contemporaneamente, con la possibilità di lasciare il proprio contributo anche per gli anni futuri. Tra i progetti più significativi presenti nel dossier c’è la strategia energetica che sarà introdotta per Expo e il suo post, offrendo un’opportunità di decarbonizzazione al contesto di Tor Vergata e al quadrante sud est della Capitale. Sarà creato il grande parco solare Expo con una superficie fotovoltaica di circa 150.000 metri quadrati e una capacità produttiva di picco di circa 36 MWp.

Il punto di forza della candidatura di Roma a Expo 2030 è “una impostazione inclusiva basata sui diritti”, sulla valorizzazione e sulla collaborazione dei Paesi partecipanti, ha detto l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato Roma Expo 2030. Se Roma si aggiudicherà l’esposizione “ci sarà il completamento e la rigenerazione delle Vele di Calatrava. Puntiamo a ricollegare e ricucire un’area che ha potenzialità straordinarie, sebbene oggi sia sfibrata e sconnessa dalla città”, ha detto Gualtieri.

Il Padiglione Teaser di Expo ai Fori Imperiali fungerà da portale per Expo 2030 Roma, compiendo un atto di rigenerazione urbana in pieno centro cittadino. Il Padiglione Ecosistema 0.0 avrà una funzione espositiva e al contempo sistemica, rendendo possibile il funzionamento dell’ecosistema dell’evento.

Il Padiglione Pale Blue Dot esplorerà la natura del nostro piccolo mondo circoscritto e le forme tangibili e sostenibili del nostro vivere insieme nel nostro presente immediato. Il Padiglione All together Alt together alle Vele di Calatrava, sarà composto da due grandi arene che raccoglieranno i sogni e le future aspirazioni di otto miliardi di persone, mettendole a confronto su possibili scenari e soluzioni.

Il Padiglione Roomscape, 100 stanze per 10.000 anni di storia racconterà la storia dell’umanità e dell’interazione fra Persone e Territori attraverso una sequenza di stanze, nei pressi dei ritrovamenti. Una vasta partecipazione di pubblico è prevista per Expo 2030 Roma, stimata intorno a 23,6 milioni di visitatori (di cui 55,4 per cento italiani e 44,6 per cento stranieri). Tenendo conto anche delle presenze ripetute, quest’affluenza dovrebbe generare oltre 30 milioni di presenze (di cui 59,2 per cento italiani e 40,8 per cento stranieri). Il periodo scelto è stato selezionato per avere una buona probabilità di poter raggiungere tale obiettivo di più di 30 milioni di presenze all’Expo, con una media giornaliera stimata di 165.000 visitatori e un giorno di punta che vedrà circa 275.000 visitatori. (Rer)

 

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