In via Veneto ci sono solo tre hotel che hanno riaperto “ma la situazione e’ sempre piu’ difficile in tutta la citta’. Arrivano continuamente notizie di consociati che hanno riaperto nella fase tre ma che ora vogliono richiudere”. Lo dice Giuseppe Roscioli, presidente dei Federalberghi Roma, in una intervista a Repubblica.
Al momento, nella Capitale, sono in funzione “il venti per cento su un totale di 1.200 strutture. Ma usare la parola lavorare e’ impreciso perche’ molti alberghi hanno cinque camere occupate. Il che vuol dire soltanto perdita secca”, aggiunge Roscioli. Pochi italiani sono attratti da una vacanza romana, spiega il presidente di Federalberghi, “Chi arriva in citta’ non lo fa per diletto ma per lavoro. Quindi gli hotel a 5 stelle sono tutti chiusi, perche’ chi si muove per business e per conto di aziende non sceglie stanze cosi’ costose”.
A giugno c’era stato un barlume di speranza, aggiunge Giuseppe Roscioli, “e molti imprenditori avevano sperato in una pur pallida ripresa. Ma le notizie sul Covid all’estero vanno piu’ veloci delle reservation. E’ bastato che il ministro Speranza ventilasse l’ipotesi della quarantena per chi viene da altri Paesi per far annullare parte delle gia’ poche richieste che avevamo per l’autunno”.
“Certo” che le precauzioni vanno prese “ma trovo assurdo riservare lo stesso trattamento precauzionale a tutti. Perche’ far fare la quarantena a chi arriva dal Canada, ad esempio, dove il virus ha inciso pochissimo? Mentre sarebbe utile sottoporre al tampone tutti quelli che provengono da nazioni dove i numeri dei contagi sono alti”, propone il presidente di Federalberghi. Si vede qualche turista, provenienti “tutti dal Nord Europa, ma molti arrivano in auto e ci chiedono di riservare il posto in garage. C’e’ ancora molta paura a viaggiare in aereo e in treno”.