“Finalmente, dopo diversi anni di assenza, i romani e turisti riavranno la festa della Befana da Piazza Navona. Questo è stato possibile grazie alla predisposizione di un bando che ha fatto proprie tutte le indicazioni per il rispetto del decoro di uno dei luoghi più belli al mondo e per la migliore gestione della sicurezza”. Così ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni ieri dopo la pubblicazione sulle pagine del Dipartimento Sviluppo economico, Attività Produttive e Agricoltura e sull’Albo pretorio online le graduatorie finali degli avvisi pubblici per la Festa della Befana di Piazza Navona rivolti alle attività commerciali e artigianali, agli spettacoli viaggianti, alla giostra e al teatrino dei burattini. Rispetto all’edizione precedente, il bando ha previsto una drastica riduzione dei banchi da destinare alla vendita. Si è passati, infatti, da 103 a 48 postazioni, di cui 28 attività commerciali e 20 attività artigianali.
E poi, ancora, “Abbiamo puntato a garantire la più ampia competizione tra gli operatori, abbassando la soglia per l’anzianità di servizio, e dando il più ampio spazio ai punteggi per criteri di qualità, per dire basta alla degenerazione di una festa che aveva perso il suo carattere originale” ha concluso Meloni.
Ma a ben guardare la graduatoria basta poco per capire che alla fine hanno vinto di nuovo loro, con il placet del Campidoglio: la famiglia Tredicine che torna in possesso della festa della Befana e si prende metà delle postazioni commerciali previste nell’edizione che partirà il prossimo 2 dicembre. Un’assegnazione che in realtà equivale a una sorta di vitalizio: il diritto per occupare gli spazi della rassegna più importante della Capitale, una volta acquisito, è valido per i prossimi 9 anni, fino al 2025/26.
“Fra i nomi degli assegnatari, ci sono quelli che i romani ormai conoscono a memoria – si legge su Il Fatto Quotidiano – Alfiero Tredicine, Dino Tredicine, Elio Tredicine, Tania Donatella Tredicine, Mario Tredicine, Anna Maria Cirulli (moglie di Mario Tredicine), Irene Rina Cirulli (sorella di Anna Maria), Sandro Cirulli, Pierina Maria Franceschelli (moglie di Dino Tredicine). Alfiero è anche zio di Giordano Tredicine, ex consigliere Pdl condannato a 3 anni nel processo sul Mondo di Mezzo. Un cartello familiare – su cui da anni indagano a vario titolo magistratura e Guardia di Finanza – ben organizzato che è riuscito ad accaparrarsi la bellezza di 16 postazioni sulle 51 a disposizione, mentre gran parte dei posteggi restanti sono comunque stati vinti da commercianti “esperti” del settore. La famiglia Tredicine – originaria di Schiavi d’Abruzzo, in provincia di Chieti – gestisce da anni la stragrande maggioranza degli spazi riservati ai camion bar (in molti casi posizionati proprio davanti ai monumenti più importanti), alle bancarelle e ai venditori di caldarroste. Grazie a un forte sodalizio con la comunità bengalese – documentato dalle informative delle Fiamme Gialle – i concessionari utilizzano ai banchi quasi esclusivamente i migranti di quella nazionalità”.
Almeno sotto il profilo dei protagonisti, si torna dunque al 2014, ovvero all’ultima edizione del mercatino di Piazza Navona, dopo la quale iniziò la guerra messa in campo prima da Ignazio Marino e poi dal commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca. “Fu proprio il sindaco del Pd a dichiarare guerra ai Tredicine – prosegue Il Fatto – cercando (invano) di disegnare una Festa della Befana più moderna servendosi di un regolamento finito poi inapplicato a causa dei numerosi ricorsi e alle sospensive dei tribunali amministrativi. Una battaglia all’epoca sostenuta anche dal M5S all’opposizione (nelle cui file militava l’attuale sindaca Virginia Raggi)”.