Dopo una Pasqua, al centro quest’anno di polemiche sull’apertura o meno delle attività commerciali, nelle prossime settimane ci attendono altre festività, il 25 aprile e il 1 maggio, sia pure laiche, ma che ‘’stresseranno’’ di nuovo il personale dei Centri commerciali, nonché i proprietari dei negozi.
‘’Con il 90 per cento di piccole imprese, fra le quali moltissime attività commerciali, siamo l’unico Paese in Europa ad avere aperture totali. Chi più chi meno si attiene a una regola per le festività’’. Lo sottolinea a ‘’Radiocolonna.it’’, Michele Dell’Orco, parlamentare Cinque Stelle, che ha presentato già ben quattro anni fa, una proposta di legge per modificare la liberalizzazione totale degli orari di apertura dei negozi, introdotta da Mario Monti col decreto ’’Salva Italia’’.
‘’La nostra proposta – spiega – venne discussa alla Camera e trovammo un compromesso con l’introduzione di un limite di chiusura di 6 giorni a scelta fra le 12 giornate festive ‘’comandate’’ nell’arco dell’anno. La Camera approvò quella regola, ma poi il disegno di legge è rimasto bloccato al Senato’’.
Dell’Orco lamenta l’inerzia di Palazzo Madama soprattutto perché rinvia l’entrata in funzione della seconda parte del pdl. Sono infatti previsti anche 90 milioni di euro, di cui 18 all’anno per cinque anni, per aiutare le micro imprese ( fino a 150 mq di superficie nei piccoli comuni e fino a 250 mq in quelli con oltre 10.000 abitanti) per il risparmio energetico e l’affitto.
Questi ‘’aiuti’’ sono quanto mai necessari ai piccoli esercizi dopo la ‘’batosta’’ ricevuta dalla liberalizzazione di Monti che non è nemmeno certo che abbia favorito la grande distribuzione. Mentre sono ormai condivisi anche da altre forze politiche i cosiddetti effetti regressivi che riguardano soprattutto l’organizzazione del lavoro e i diritti dei lavoratori. Sono infatti cresciute precarietà e disintermediazione.
‘’Noi ci battiamo – osserva- per una liberalizzazione intelligente, che da un lato porti qualche sollievo ai lavoratori dei Centri commerciali e dall’altro penalizzi meno le piccole imprese, per le quali è più difficile e poco remunerativo tenere aperti i negozi nelle festività’’.
Dell’Orco tiene a precisare che naturalmente non rientreranno nei limiti indicati ristoranti, bar e cinema. Inoltre la scelta delle festività ‘’aperte’’ o ‘’chiuse’’ dovrà essere fatta a livello regionale in accordo coi comuni, in modo che non possa accadere che a pochi chilometri di distanza da un esercizio chiuso se ne possa trovare un altro aperto.