Fiumicino in agitazione, salta il 50% degli stipendi Alitalia

Preoccupazione nella città sul litorale laziale. A rischio i redditi di 11 mila persone tra dipendenti e indotto

aereo alitalia

A Fiumicino si teme un’estate triste. Al Covid si aggiungono le difficoltà di Alitalia. Manca la cassa, cosicché gli stipendi saranno pagati al 50%. Temono anche le ditte dell’indotto, per le fatture che potrebbero non essere pagate. In totale potrebbero essere almeno 11 mila le persone che potrebbero o ricevere lo stipendio in ritardo, oppure potrebbero nom riceverlo affatto. Le difficoltà di Alitalia vengono da lontano.

“Purtroppo non siamo in grado di erogare l’altro 50% dello stipendio perche’ siamo in attesa di avere una visibilita’ sui tempi di accredito del finanziamento previsto di 100 milioni per poter dar seguito all’altro 50%”, ha affermato  senza giri di parole il commissario straordinario di Alitalia , Gabriele Fava, in audizione alla commissione Bilancio della Camera insieme ai colleghi Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso. Immediata e dura la reazione dei sindacati. 

“Inaccettabile la mancata erogazione del restante 50% dello stipendio”, sottolinea Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, sollecitando “il Governo a fare tutto cio’ che e’ necessario per accreditare immediatamente i 100 milioni” e confermando lo sciopero del trasporto aereo per il 18 giugno. Un’intera città, Fiumicino è in agitazione, e appunto teme che un uragano sociale si abbatta su un centro che oggettivamente basa parte della sua economia sull’aeroporto.

L’Associazione nazionale piloti (Anp) denuncia che “e’ dal mese di dicembre 2020 che la compagnia non paga puntualmente gli stipendi” ai propri dipendenti. La Fnta, che rappresenta Anpac, Anpav e Assovolo, minaccia lo sciopero senza una “reazione” del Governo. “Per noi la situazione e’ veramente molto critica dal punto di vista economico e giuslavoristico perche’ adesso avremo anche l’erogazione della quattordicesima, il cui netto si aggira tra 22 e 23 milioni di euro”, sottolinea il commissario, spiegando che si tratta di “un incremento di costo significativo al quale non siamo assolutamente in grado di far fronte in questo momento”.

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