L’applauso che ha accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai funerali delle vittime del crollo del ponte sospeso sulla città di Genova, esprime il bisogno di Stato da parte della gente comune. Ma uno Stato, però, non succube di una cattiva politica. Non certo così debole e incapace di controlli e sanzioni, come lo vediamo ora. Uno Stato che ha lasciato troppo spazio ai privati, che hanno finito per approfittarsene, piegando ai loro interessi i partiti e anche gran parte dell’informazione.
Aver improvvisamente tutti i grandi media contro, tranne qualche testata minore, ha talmente spiazzato la comunicazione della società Autostrade, che persino la conferenza stampa organizzata subito dopo i funerali di Stato, è stata un disastro incapace di esprimere pena e dolore. C’è un tempo per tutto. E ieri era quello del cordoglio.
Così l’offerta di 500 milioni per rimborsare famiglie delle vittime, e le centinaia di sfrattati e la promessa di costruire in meno di un anno un nuovo ponte in ferro, in quel momento, come ha rilevato il vice premier, Luigi Di Maio, è parsa solo un’elemosina.
Ma potrebbe voler dire anche di più. E confermare cioè le pessime condizioni del capitalismo , con sempre più soggetti che non creano valore, ma se ne appropriano. E in testa c’è la finanza. Come sostiene l’economista Mariana Mazzuccato, in un recente saggio, dove sottolinea che il capitalismo di ‘’rendita’’, finora è stato il responsabile di una ‘’narrazione’’ nella quale lo Stato è considerato come: inefficiente, corrotto, avversario della crescita e dell’economia privata. Una lettura della realtà, invece, che, secondo Mazzuccato, va ribaltata.
Mazzuccato sottolinea che il contributo dello Stato all’innovazione è essenziale per ‘’formare’’ i mercati in modo che producano i risultati desiderati a cui affiancare una ‘’crescita verde’’ e una società più solidale.
Noi aggiungiamo, dopo la tragedia di Genova, soprattutto con più attenzione alla sicurezza…e alla vita stessa.