Dal 2025, anno giubilare, nel carcere di Rebibbia a Roma partiranno i corsi di formazione per operatori meccatronici, figure professionali in grado di gestire le macchine del compostaggio della frazione umida. Saranno rivolti a 30 persone per classe, uomini e donne, e l’obiettivo è attivare almeno una classe prima dell’avvio dell’Anno Santo. Sul lungo periodo però la platea potrebbe essere più ampia. Il primo anno le lezioni saranno teoriche, nel secondo anno sarà possibile per i detenuti accedere alla formazione presso terzi, con un contratto di apprendistato retribuito. Per ottenere la qualifica professionale, tuttavia, come in ogni istituto tecnico, bisognerà completare il ciclo di quattro anni di studi. È quanto prevede il progetto “Fratelli tutti” che il Comune di Roma ha donato a Papa Francesco, in occasione della sua visita a Palazzo Senatorio il 10 giugno, e che guarda al reinserimento lavorativo dei detenuti prendendo spunto dalla bolla di indizione del Giubileo nella quale il Pontefice ha promesso l’apertura di una Porta Santa in carcere.
Stamattina, in qualità di sindaco della Città metropolitana di Roma, Roberto Gualtieri ha siglato un protocollo di intesa con il ministero della giustizia, il dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), e l’azienda comunale per i rifiuti Ama. La missione del sistema penitenziario “è quella di educare e non di punire” e con questo spirito “attuiamo un progetto importante di formazione professionale rivolta ai detenuti di Rebibbia: potranno formarsi come tecnici del compostaggio, una competenza di cui abbiamo bisogno e di cui ha bisogno anche il carcere di Rebibbia che produce oltre 3 tonnellate di rifiuti all’anno di indifferenziato ma di cui gran parte è umido”, ha detto Gualtieri. “Stiamo lavorando su un modello di vera formazione professionale rivolta alle competenze che servono alla nostra società – ha aggiunto – ma farlo con i detenuti ha un particolare valore. Sono corsi di formazione professionale, di serie A, con tutor aziendali messi a disposizione da Ama. Sono corsi che hanno uno sbocco professionale molto concreto”.
L’operazione consentirà anche di abbattere le emissioni di anidride carbonica prodotte da Ama per la raccolta dei rifiuti. Nella casa circondariale di Rebibbia, infatti, si producono ogni anno 3.050 tonnellate di scarti di cui la maggior parte è frazione umida. Le macchine su cui gli aspiranti tecnici meccatronici faranno formazione consentiranno di trasformare in loco il rifiuto in compost che, anziché essere portato via da Ama, sarà fertilizzanete per le aree coltivate all’interno del carcere di Rebibbia. “Accanto ai biodigestori da realizzare a Roma in futuro ci saranno anche le compostiere di comunità che aiuteranno ad abbattere l’anidride carbonica” e quindi “serviranno queste figure tecniche. Ci misuriamo oltre che sull’ambiente anche sul sociale”, ha sottolineato il presidente di Ama, Bruno Manzi.
Il progetto partirà “entro il Giubileo: siamo felici di averlo donato al Santo Padre in modo che prenda avvio nell’Anno Santo”, ha osservato il consigliere delegato alla scuola e alla formazione di Città metropolitana di Roma, Daniele Parrucci. A seguito della firma del protocollo sono stati individuati i locali. “Dobbiamo capire quanti saranno gli iscritti, il nostro interesse è formarne il più possibile ma sicuramente partiamo da un minimo di una classe composta da 30 persone. L’investimento totale, per questo, non è ancora stato quantificato ma i locali vanno ristrutturati e poi ci sono macchinari che vanno in base al numero di partecipanti”, ha spiegato Parrucci. Alla presentazione del protocollo, nella Sala delle Bandiere in Campidoglio, è intervenuta anche la Garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone, che ha sottolineato che “il carcere è un pezzo di città e quindi non soltanto dobbiamo farcene carico ma dobbiamo anche metterlo a disposizione”.