I romani che hanno tanta pazienza potranno anche stare tranquilli. Ma quelli che invece i nervi li hanno già fragili, allora farebbero bene a farne scorta o provare con il training autogeno. Sì, perché l’autunno che tra un mese comincerà, porterà in dote tanto traffico, tanti piccoli psicodrammi quotidiani. Non solo per l’ormai famigerato fenomeno dell’overtourism, diventato strutturale e costante, ma soprattutto per i mille cantieri che imprigionano la città e i romani e dedicati all’imminente Giubileo.
Inutile girarci intorno, da nord a sud, da est a ovest, la Capitale è tutto un buco, una transenna, una strettoia. Fino alla scorsa primavera, i lavori erano in alto mare: terminate, o in corso allora, solo il 27% delle opere previste, 59 su 218 previste nell’ultima rimodulazione. Il resto era ed è un grande cantiere a cielo aperto, con annessi disagi. E pensare che con le piogge d’autunno Roma diventa qualcosa di molto simile a una bolgia dantesca, rende il tutto più apocalittico.
In più ci saranno i cortei, che con la fine dell’estate tornano puntuali, legati alla ripresa dell’attività politica. Meno male che ha riaperto, in queste ore, la tangenziale Est: la riapertura è avvenuta con alcuni giorni di anticipo rispetto al termine inizialmente programmato del 19 agosto, e consente di poter anticipare le lavorazioni sulla carreggiata opposta, in direzione San Giovanni, permettendo di velocizzare ulteriormente il cantiere per poter concludere tutte le operazioni a settembre. Ma è poca cosa.