Governo: sul nuovo contratto l’ombra della patrimoniale

Evocata da Berlusconi, servirebbe a finanziare alcuni provvedimenti, ma gli economisti la ritengono inutile e dannosa per la crescita della nostra economia

 

Silvio Berlusconi ha avanzato l’ipotesi, per poi subito smentirla, che il governo giallo-verde, se riesce a partire, introdurrà subito una PATRIMONIALE. Tanto più ora che il Cavaliere che è stato riabilitato nei sui diritti politici ed è pronto a dare nuovo vigore a ‘’Forza Italia’’, ciò che ha detto, nella parte di quel grande attore che è,  da ipotesi verosmilmente diventerebbe  certezza.

Potrebbe infatti arrivare non solo una stangata sulle successioni e donazioni, ma anche un prelievo sulla ricchezza, indipendentemente dal reddito da lavoro, intesa in senso ampio, che potrebbe colpire ulteriormente i beni immobili (case e terreni), i beni mobili (auto, moto, barche), gli investimenti finanziari. Depositi compresi.

La patrimoniale potrebbe servire a finanziare, soprattutto, in un primo momento, il reddito di cittadinanza, le modifiche alla legge Fornero, o controbilanciare la cosiddetta Flat Tax che sono provvedimenti già previsti nel contratto per il governo fra la Lega e il M5S.

Di Maio e Salvini sarebbero confortati nella decisione, non certo popolare, dallo studio pubblicato a metà aprile dall’Ocse e dallo stesso Fondo Monetario che consigliano all’Italia di adottare una tassa patrimoniale per fare cassa e diminuire le diseguaglianze sociali.

La sortita delle due istituzioni internazionali ha sollevato subito molte reazioni negative. In particolare la Cgia di Mestre, che come è noto ha un agguerrito ufficio studi, ha fatto notare che in Italia ci sono già una quindicina di mini-patrimoniali: dalla Tasi, all’Imu, alle numerose imposte di bollo, come quello del 2 per mille sugli strumenti finanziari e il bollo dell’auto (o tassa di proprietà!!!), il canone tv, imposte su imbarcazioni e aeromobili, l’imposta straordinaria sui depositi fino a a quella (più accettabile) sui beni di lusso.

Riguardo poi la necessità di ridurre le diseguaglianze e tassare quindi i ricchi, come sottolinea il Fmi, la Cgia ricorda che i veri ricchi nel nostro Paese hanno residenze all’estero e conti offshore e che quindi sono poi i meno abbienti (quindi tutti noi!) a garantire e supportare il maggior gettito fiscale. Molti economisti infine , fra i quali Riccardo Puglisi, sono contrari ad aumentare le tasse sui patrimoni : ‘Nel breve fa male alla crescita, nel lungo termine non fa niente.’’ Come dire è dannosa e inutile. Lo documenta anche il fatto che le Nazioni appartenenti all’Ocse che hanno una patrimoniale sono rimaste Francia (Impot del solidarieté sur la Fortune sopra gli 800.mila euro) Svizzera, Spagna e Norvegia, rispetto alle 20 del 1990!!!

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