“I grandi progetti incompiuti e la necessità di una loro rapida realizzazione richiedono un rilancio immediato della strategia di rigenerazione della città che possa contare su un’integrazione virtuosa di competenze differenti in Campidoglio: amministrative, tecniche, politiche”. Laura Ricci, docente di Urbanistica, già direttore del dipartimento di Pianificazione della Sapienza e consulente generale per il nuovo del Piano regolatore di Roma dal 1994 al 2010, spiega in questa intervista a ‘La Repubblica’ il fenomeno delle grandi opere e dei piani strategici dimenticati, dalla Città dei giovani agli ex Mercati generali all’anello ferroviario, dai capannoni della ex Fiera di Roma sulla Colombo, al piano del Campidoglio 2 a Ostiense dove trasferire tutti gli unici del Comune per fare del colle capitolino un Louvre romano.
Ma non solo: le Torri dell’Eur ancora senza una destinazione e la Vela di Calatrava a Tor Vergata diventata ormai un simbolo del degrado. Professoressa Ricci, partiamo dalle infrastrutture in ferro.
“Da un punto di vista urbanistico, il nodo di queste infrastrutture, che si ripropone per il prolungamento del metropolitana da Rebibbia a Casal Monastero, con una fermata in un quartiere strategico come quello di San Basilio, l’anello ferroviario, che fornirebbe a Roma una serie di stazioni per garantire il completamento del sistema su ferro e delle stazioni, è uno di quelli prioritari, l’asse portante della città pubblica, perché condiziona tutte le scelte di trasformazione e di riqualificazione delle periferie, rendendo la città inclusiva. Il piano regolatore vigente segna in modo indissolubile questo legame tra la cura del ferro e la trasformazione di Roma”.
Ed ora si aggiunge anche la rovina del Ponte di ferro a Ostiense.
“Una delle questioni annose per l’urbanistica è la scarsa attenzione per la manutenzione del patrimonio pubblico, perfino quando, come in questo caso, si tratta di testimonianze dell’archeologia industriale, testimonianze del quartiere e della Resistenza. E il risultato è sotto gli occhi di tutti”.
Torniamo alle grandi opere abbandonate.
“Le giunte Rutelli e Veltroni hanno dato un grande impulso per il nuovo piano regolatore, la pianificazione della città e una strategia di rigenerazione con progetti precisi, ma poi si è pensa la capacità di tradurre tutto questo in realtà facendo convergere tante professionalità e competenze. È chiaro che ora sui singoli grandi progetti dimenticati è necessario Fornirsi di dossier aggiornati. Ma indubbiamente una nuova stagione si deve aprire con il rilancio di certe opere fondamentali e anche di una riqualificazione diffusa delle periferie”.
Che cosa è importante per le periferie?
“Soprattutto, come dicevo, grandi opere come l’anello ferroviario. E per tutti gli interventi che riguardano i trasporti strategici bisognerebbe ricorrere al Recovery Pian”.
E gli altri progetti?
“La Città dei giovani agli ex Mercati generali è importante come anche il decentramento degli uffici nel Campidoglio 2 di Ostiense. Erano piani che venivano proprio dal piano regolatore che proponeva indicazioni precise sul futuro della città”.
Infine la Vela di Calatrava.
“Una grande opera incompiuta, con l’aggravante che Calatrava ha progettato nel mondo architetture poi diventate un motivo di vanto per le città e anche grandi attrazioni turistiche con un indotto importante. E ora bisogna trasformare le parole in fatti. In Francia, ad esempio per ogni progetto esiste una struttura finalizzata che lo segue dall’inizio alla fine. Facciamo riferimento a esempi che funzionano, anche perché adesso coni i Pnrr bisogna avere la capacità di fare progetti e spendere i fondi in tempo utile”.