I rifiuti in Italia valgono 9 miliardi,ma mancano impianti

Il settore che riguarda la raccolta dei rifiuti cresce. Purtroppo il punto dolente è il loro smaltimento: mancano inceneritori e compostaggio

Termovalorizzatore di Gerbido Il termovalorizzatore del Gerbido è un impianto per la combustione di rifiuti solidi urbani (RSU) residui dalla raccolta differenziata e di rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSA). Il calore di combustione dei rifiuti sarà recuperato e convertito in energia elettrica e termica (cogenerazione), da immettere nelle reti elettriche e di teleriscaldamento. CARTA DI IDENTITÀ DELL'IMPIANTO Principali dati Carico rifiuti totale (Urbano Residuo da RD e RSA) 421.000 t/a Numero linee 3 (gemelle) PCI nominale 11 MJ/Kg Carico termico nominale totale 206 MWt Capacità nominale totale 67,5 t/h Produzione di vapore totale 220 t/h Pressione del vapore 60 bar(a) Temperatura del vapore 420 °C Principali tecnologie Tipo di tecnologia Forno a griglia mobile Sistema di triturazione ingombranti Tranciatrice a ghigliottina idraulica Tipo di griglia Griglia raffreddata ad aria con ricircolo fumi Caldaia Caldaia con canale convettivo orizzontale Trattamento fumi Elettrofiltro – Iniezione reagenti (bicarbonato di sodio e carbone attivo) – Filtro a maniche - Denox catalitico (SCR) Trattamento residui solidi Trattamenti meccanici delle scorie (recupero metalli) Conferimento delle ceneri ad impianti dedicati per inertizzazione. Tipo di turbina A condensazione con spillamenti regolati Sistema di condensazione Condensazione a circuito d’acqua e torri di raffreddamento tipo “wet dry”. Recupero energetico* Energia elettrica prodotta 350.000 MWh Fornitura di energia elettrica 175.000 utenze medie ** Energia termica prodotta 170.000 MWh Unità abitative riscaldabili 17.000 utenze medie *** Combustibile convenzionale risparmiato > 70.000 TEP/a * Valori stimati da progetto ** Stima per famiglia composta da 3 persone *** Stima per unità abitativa di 100mq

 

Il settore della raccolta e trattamento dei rifiuti cresce in Italia.

Nel 2018 il fatturato è aumentato del 4,9%, arrivando a oltre 9 miliardi di euro di fatturato. E la raccolta differenziata è salita, dal 55,9% del 2017 al 58,8%.

Ma mancano gli impianti di trattamento, soprattutto al Centrosud, e l’incertezza sulle politiche del pubblico scoraggia la costruzione di nuovi.

E’ il quadro tracciato dal Rapporto annuale Was 2019 sui rifiuti in Italia, realizzato dalla società di consulenza aziendale Althesys e presentato stamani a Roma.

Il valore della produzione dei 124 maggiori operatori della raccolta e trattamento dei rifiuti urbani è cresciuto nel 2018 del 4,9%, raggiungendo i 9,18 miliardi di euro. Nel 2018 i loro investimenti hanno raggiunto i 477,5 milioni di euro, in aumento del 17,4% rispetto al 2017. La raccolta differenziata è aumentata con un buon ritmo, passando dal 55,9% del 2017 al 58,8% del 2018. Insomma, il settore tira e va bene.

Tuttavia, aggiunge il rapporto, la gestione della spazzatura in Italia è afflitta da un’incertezza politica e normativa. E questo si riflette sul numero di operazioni straordinarie realizzate, cioè i nuovi impianti.

Le iniziative mappate per il 2018 sono state 23, in netto calo rispetto alle 28 del 2017 e alle 45 del 2016: in due anni in pratica si sono dimezzate. Ma non basta. Per il rapporto, in Italia c’è una cronica mancanza di termovalorizzatori, soprattutto al Sud.

Se si vuole raggiungere l’obiettivo della Ue del 65% di raccolta differenziata al 2035, secondo Althesys servono 4 o 5 impianti in più, delle dimensioni di quello di Acerra, per bruciare la spazzatura che non può essere riciclata (dal 30 al 40%).

Per i rifiuti organici, invece, gli impianti di compostaggio (che trasformano l’umido in fertilizzante compost) ci sono. Solo che al Nord sono sovrabbondant i e al Centrosud sono insufficienti.

Così, le aziende della Pianura Padana finiscono per smaltire l’umido del Centro e del Mezzogiorno. Ma questo vuol dire migliaia di camion che vanno su e giù per la penisola, con inquinamento e spreco di denaro dei contribuenti.

Per Althesys, servirebbero una decina di impianti di compostaggio in più nel Centrosud, da 100.000 tonnellate ciascuno. Gli impianti dovrebbero essere vicini a dove l’organico viene raccolto, per evitare di farlo viaggiare

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