Iccrea compie 60 anni. E guarda al futuro

Il gruppo bancario romano, oggi polo aggregatore delle Bcc, festeggia i sei decenni di attività e fa un bilancio che parte da 90 miliardi concessi all'economia

Iccrea compie 60 anni, anche se la trasformazione in capogruppo risale a quattro anni fa. Quattro anni in cui i risultati non sono mancati, come emerso dall’evento alla Fiera di Roma per celebrare i sei decenni di Iccrea, alla presenza del governatore di Bankitalia, Fabio Panetta. Ebbene, sul fronte del sostegno all’economia, ecco quasi 90 miliardi di euro di stock di finanziamenti netti alla clientela in quattro anni, con una crescita del 7% rispetto al 2019 e una quota di mercato passata dal 4,9% al 6,1%;

Ancora, sul fronte dell’attenzione al sociale, ecco le rilevanti attività benefiche con erogazioni liberali per circa 200 milioni di euro e finanziamenti a impatto sociale e ambientale per oltre 24 miliardi di euro, mantenimento dei livelli occupazionali, unica presenza bancaria in oltre 350 comuni italiani. E ancora, il miglioramento di tutti i principali indicatori patrimoniali, finanziari e di qualità del credito: tra i migliori player bancari nell’ultimo stress test europeo.

“Oggi, con le sue 116 Bcc, il gruppo Bcc Iccrea è più competitivo e solido, dopo un percorso di evoluzione su più fronti tra cui la riduzione drastica di oltre 10 punti del Npl ratio lordo dal 14,4% di giugno 2019 al 4,1% di settembre 2023 e la crescita di oltre 5 punti del Cet 1 dal 15,5% nel giugno 2019 al 20,8% di settembre 2023, soprattutto a confronto con gli impieghi netti realizzati che danno il segno di quanto stiamo facendo per il sostegno allo sviluppo delle pmi e la spesa delle famiglie”, ha spiegato Mauro Pastore, direttore generale del gruppo Bcc Iccrea.

Pastore ha poi allargato lo sguardo ai prossimi anni, rispolverano un antico sogno, la fusione con la Cassa trentina. “Nell’arco dei prossimi 60 anni, il gruppo Bcc Iccrea e il polo trentino targato Ccb riusciranno a superare l`attuale dualismo tra casse di credito cooperativo per dar vita a un unico gruppo. In questo momento colloqui non ce ne sono, perché come avete letto anche voi il gruppo trentino ritiene di poter avere, come sicuramente ha, un solido piano di sviluppo in autonomia. Tra 60 anni saranno due i gruppi? Secondo me no”.

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