I balconi italiani suonavano e cantavano commuovendo il mondo ma, parallelamente e in silenzio, c’era tutto un universo che si stava riorganizzando!
Un’Italia rispettosa del lockdwon, ma in realtà in continuo fermento, come è tipico della nostra cultura, basata sulla contrada, sul paese e sull’impresa familiare, ha saputo velocemente portare questa tradizione nella rete online.
È un’Italia che in pochi giorni ha visto accelerare il suo lato digitale, forse quello più bello che, legato alla creatività, saprà dare un vero slancio alla ripresa economica del Paese.
Stiamo parlando delle community online, della formazione via webinar (seminario interattivo on line), dello scambio di informazioni e della nascita di nuove partnership, di nuovi business e di nuovi business model.
Per la pubblica amministrazione l’innovazione sta nei nuovi servizi digitali e nella constatazione delle amministrazioni che, scoprendosi in arretrato sulla cultura digitale prendono coscienza dell’urgenza del cambiamento e della necessità di un nuovo posizionamento.
Ore e ore di webinar online stanno creando una nuova cultura, nuove community del sapere.
Ma chi ispira queste community?: agenzie, Università, centri di ricerca, imprese che in aggregazione e ciascuna per il business di competenza, non potendo vendere i propri servizi, hanno voluto comunque rimanere in contatto con i clienti abituali e trovarne di nuovi, creando così un acceleramento della cultura digitale.
Ci sono poi le start up che dimostrano come in pochi giorni sia cambiato il loro business model perché, in pochi giorni, ad esempio, sono stati liberalizzati in tutta Italia i certificati medici online. Così la piattaforma online medicale che prima vendeva solo prodotti senza ricetta medica, ha riorganizzato la propria struttura per favorire questo grande passo in avanti della digitalizzazione della sanità italiana per rispondere prontamente a questa opportunità digitale.
Così il delivery food che prima era riservato ad un target ristretto o ben definito, in pochi giorni ha visto aumentare in modo esponenziale una nuova clientela a seguito dell’emergenza Covid.
Il delivery at home è diventata una struttura portante per il benessere degli italiani, tanto che gli stessi sindaci delle piccole città, per assicurare che le persone sole o in quarantena, non potendo fare la spesa di persona, potessero servirsi di questo strumento online, come una qualsiasi altra utilities.
Quindi anche gli amministratori, non solo delle grandi città, ma anche di quelle piccole, hanno capito l’importanza della smart city, intesa come città organizzata con i servizi digitali a servizio dell’utenza e delle fasce più deboli.
Le stesse piccole attività, con l’emergenza Covid-19, hanno approcciato in pochi giorni l’attività in modalità e-commerce facendo un grande passo avanti nella conoscenza del modello digitale dando un nuovo ruolo all’offerta e alla preparazione dei propri prodotti. Con l’evidenza finale di aver potuto mantenere aperta l’attività.
Lo smart working è stato finalmente sdoganato! La necessità ha creato la competenza del lavoro agile e così, per le aziende di servizi o per l’intelligence delle aziende, lo smart working ha permesso di non smettere mai di lavorare e di programmare.
Si è creata l’abitudine in questi mesi di organizzare riunioni con i propri collaboratori in Italia e nel mondo. Molti imprenditori hanno rivisto le vecchie abitudini fatte di viaggi e incontri costosi sostituendoli con meeting di business online. (speriamo che anche la politica con tutti i vari G8,G9, ecc ne tragga insegnamento!!!).
Ma soprattutto ora, che il mondo è stato contagiato in tempi diversi, si dovrà trovare la quadra per gli incontri, in un lasso di tempo inaspettatamente lungo, visti anche i ritorni dell’epidemia, come a Singapore.
La necessità e la paura ha fatto comprendere l’importanza del lavoro agile e pare, addirittura, che si parli di renderlo obbligatorio.
E’ vero, infatti, che ne ha giovato l’ambiente visto l’abbassamento dell’inquinamento delle città (tranne a Roma caso più unico che raro) e del contingentamento dei trasporti fatto di cui le amministrazioni non possono non tenerne conto in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’UE sullo Sviluppo Sostenibile e la strategia di riduzione delle emissioni.
Anche le banche hanno instaurato un nuovo rapporto con i propri clienti. Già organizzate digitalmente e nelle strutture fisiche, date le grandi ristrutturazioni degli scorsi anni, con l’attivazione dei finanziamenti/prestiti del decreto “Cura Italia”, hanno sburocratizzato le pratiche e hanno reso più snello il rapporto online, dando un nuovo volto alla banca e all’importanza della struttura per l’erogazione dei prestiti.
Per quanto riguarda i giovani hanno quasi potuto toccare con mano i nuovi business, che creano nuovi profili professionali con spiccate competenze nel digitale. Una grande svolta per la richiesta di una formazione profilata per ricoprire i nuovi ruoli del business italiano.
Se parliamo di e-learning anche qui è stata attuata bene o male, una grande trasformazione culturale. La scuola ne esce un “po’ rotta”, visto che a tutti livelli, non aveva attuato nessuna politica di ammodernamento di didattica online e dove c’era, era stata fortemente osteggiata.
Così questo secondo semestre scolastico è trascorso fra prese di coscienza e lezioni on line e rifiuto totale del nuovo corso degli eventi.
Bella (e certamente da copiare) l’iniziativa dell’assessore del Veneto che ha organizzato dei corsi di didattica online per le maestre elementari e i posti a disposizione in e-learnig sono andati subito ad esaurimento.
E’ augurabile che la buona scuola abbia capito l’importanza di formarsi adeguatamente per ben formare.