Il ‘piano verde’ di Calenda, ‘sos pini e ville, servono soldi’

'Incapacità gestionale ha provocato abbandono e degrado'

“Da mesi denunciamo l’emergenza dei pini di Roma, condannati a sparire. Con 2-3 anni di ritardo sono arrivati il decreto del Mipaaf e il piano della Regione Lazio. Ora il comune di Roma parta a razzo con l’endoterapia e stanzi piu’ soldi, perche’ 1,25 milioni bastano solo per iniziare. Se non avete risorse chiedetele al Ministro Patuanelli. L’estinzione del simbolo della Capitale e delle sue ville storiche e’ una questione che riguarda anche il Governo”. Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione candidato sindaco di Roma, pubblicando il suo piano per il verde pubblico della Capitale. “Tra le grandi capitali europee, Roma e’ quella che ha il verde pubblico piu’ esteso: 460 kmq tra giardini, Riserve e Parchi Storici. Purtroppo, questo verde e’ troppo spesso abbandonato al degrado causato dall’incapacita’ gestionale del Comune”, si legge nel programma di Calenda. “A conferma di cio’, e’ sufficiente riportare qualche esempio: 4 anni per assegnare la gara per la cura degli alberi e lo sfalcio dei prati L’interruzione del servizio Ama per rimuovere le erbacce dalle strade e non e’ stata ancora aggiudicata la gara per ripristinarlo; L’inerzia nella lotta contro la Cocciniglia, il parassita che da tre anni attacca i Pini di Roma; Villa Celimontana chiusa da quattro mesi per il guano degli storni e per le potature, condizione di degrado diffusa anche in altre ville storiche; La realizzazione di sole 8 aree giochi per bambini in cinque anni; Il totale abbandono dei Punti Verde Qualita’, che negli anni sono diventati ‘Punti Verde Degrado'”.

“Cosa vogliamo fare? Migliorare il verde di Roma con un piano articolato in 9 punti diviso in 2 fasi: gli interventi urgenti da fare subito e quelli da realizzare nel medio periodo – prosegue Calenda -. Tra gli interventi da realizzare nell’immediato per uscire dall’emergenza degrado, citiamo i seguenti”, sottolinea il candidato che nel suo programma prevede inoltre di “avviare un piano di pulizia straordinaria della durata di un anno e intervenire per fermare la mori’a di pini”. Per Calenda serve “un decreto del Ministero di lotta obbligatoria, che vincoli gli enti locali a realizzare un piano di endoterapia”, riorganizzando anche “il servizio Giardini del Comune, concentrandolo su tre azioni: pianificazione della gestione del Verde”. Questo scrivendo “nuovi bandi per ristrutturare gli impianti in rovina. Calenda punterebbe anche a “completare il decentramento del Verde assegnando ai municipi la gestione delle aree verdi fino a 5.000 mq e fino a 20.000 mq per quelli che l’hanno gia’ sperimentato”.

Infine, il leader di Azione, si sofferma sugli interventi da fare nel “medio periodo”. Per il candidato, fondamentale, sara’ “affidare la gestione di tutti gli interventi ordinari e straordinari di cura del Verde ad un unico soggetto per Municipio, il cosiddetto Global Service”. A Roma “esistono interi parchi nel territorio comunale gestiti dalla Regione, tramite l’ente Roma Natura, spesso con gravi episodi di degrado – sottolinea poi Calenda – . Per superare questo modello gestionale, il Comune deve chiedere alla Regione il trasferimento di Roma Natura e delle risorse economiche e del personale necessarie” creando anche “un unico ente di gestione delle Ville Storiche. Serve una gestione unitaria e una programmazione di lungo periodo per far vivere il patrimonio paesaggistico e culturale che il mondo ci invidia”.

Calenda, nel suo programma, prevede la costruzione di 1.000 nuove aree per bambini “per raggiungere i numeri delle principali capitali europee”, puntando anche sulla creazione di “spazi attrezzati per chi fa sport, giovani e anziani” “Con questi interventi – conclude – raddoppiamo la spesa del Comune in beni e servizi per la manutenzione del Verde, passando dagli attuali 70 centesimi a mq a 1,30 euro. Sono risorse fondamentali per garantire un livello di cura del Verde finalmente all’altezza della citta’. I cittadini di Roma non si meritano la giungla o la savana, ma spazi urbani sicuri, curati e accessibili”.

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