A Roma la qualità della vita è sotto la sufficienza ma la rigenerazione urbana di 11 chilometri quadrati di aree degradate comporterebbe un valore aggiunto di 22 miliardi per l’economia locale e un beneficio sociale pari a 40 miliardi. Sono i dati emersi nel corso dell’assemblea di Confindustria Assoimobiliare che si è svolta stamattina a Palazzo Doria Pamphili a Roma e durante la quale sono stati presentati i risultati di una indagine condotta da Swg, tra il 30 settembre e il 10 ottobre 2024, su un campione di 1.505 persone tra i 18 e i 74 anni, di cui 900 residenti nelle città di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bari e Genova. I romani alla qualità della vita in città hanno assegnato un voto medio di 5,1 su 10, segnando così un calo del gradimento rispetto al 2020 (5,3) e al 2022 (5,4).
Nel complesso, su base nazionale, l’indagine evidenzia che tra le grandi città Milano e Torino (con un voto medio di 6,4 e 6,2 su 10) sono le città in cui si vive meglio. In terza posizione insegue Genova (5,9) e dietro arrivano Napoli (5,3) e Roma (5,1). Secondo il presidente di Assoimmobiliare di Confindustria, Davide Albertini Petroni, alla base della resilienza dell’industria immobiliare “c’è la sua capacità di attenzione alle dinamiche collettive di lungo periodo, ai cambiamenti demografici, alle sfide climatiche” e le nuove esigenze sociali oggi sono “da un lato, la crescente domanda di abitazioni in locazione e in vendita di qualità, energeticamente efficienti e a prezzi accessibili per tutte le fasce di reddito e di età e, dall’altro lato, la rigenerazione profonda delle aree maggiormente vetuste e degradate delle nostre città, per renderle più moderne, inclusive, ricche di servizi e sicure”.
Roma in questo senso non fa eccezione, come rilevato nell’ultima ricerca diffusa ieri dalla Federazione degli agenti immobiliari della Confcommercio, secondo la quale per il 2024 si stima che le compravendite supereranno le 34 mila, con un incremento dell’uno per cento rispetto all’anno precedente, mentre le locazioni subiranno un calo del 2,8 per cento a causa della scarsa offerta di immobili disponibili. Dati alla mano, a oggi, nella Capitale servirebbero circa 70 mila nuove case. “Abbiamo bisogno di più case, la nostra stima è di circa 70 mila case in varie fasce, tra edilizia pubblica, sociale e studentati – ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri -. Abbiamo bisogno di trasformare la logistica degli insediamenti abitativi e urbani. Dobbiamo depavimentare le nostre strade, ma già i tanti interventi pubblici e privati che stanno partendo sono profondamente diversi dal passato”.
Il sindaco ha quindi ricordato che sono in corso “progetti concreti, con interventi su luoghi degradati” tra cui: piazza dei Navigatori, ex residence Bravetta, ex Fiera di Roma, ex centro direzionale Alitalia, centro servizi Prenestino. “Confidiamo che questo gigantesco cantiere pubblico sia affiancato e rafforzato da un processo di rigenerazione diffuso, anche di aree e siti industriali, da parte dei privati”, ha concluso Gualtieri.