Da un lato il blocco dei turisti stranieri, che ha messo in crisi gli Airbnb portando sul mercato immobiliare alcune delle 20mila case a prezzi stracciati. Dall’altro il contributo agli affitti da parte della Regione e del Comune che probabilmente non sarà sufficiente a coprire la valanga di richieste. Infine la prospettiva di una grossa tranche di appartamenti pubblici che verranno venduti e che abbasseranno ulteriormente i prezzi. Questa pandemia può esser l’occasione per tornare ad abitare la città turistica. Ma se un terzo delle famiglie in affitto non riesce a pagare il canone, chi abiterà le case vuote del centro? Se lo chiede la giornalista e ricercatrice Sarah Gainsforth in un articolo pubblicato dal sito dinamopress.it.
‘’Senza l’ombra di politiche pubbliche strutturali – rileva – sarà molto difficile non solo tornare ad abitare i centri storici turisticati ma, per molti, restare nella propria casa. Manca una visione di fondo per le politiche dell’abitare, ridotte a provvedimenti privi di coerenza. Comune e Regione da una parte finanziano sussidi all’affitto inefficaci per le modalità di erogazione, dall’altra continuano a vendere le case a cifre irrisorie. ( Le prossime aste dell’Ater, l’ente gestore dell’edilizia pubblica della Regione Lazio, sono previste per metà giugno ndr.).’’
Intanto l’ Unione Inquilini di Roma lancia un nuovo appello al Sindaco Virginia Raggi per un tavolo emergenza affitti. La crisi economica – rileva – è sotto gli occhi di tutti e purtroppo non basteranno le risorse stanziate dal Governo e dalla Regione per il contributo affitto, un totale di 27.293.966 milioni che arriveranno o sono arrivati, a risollevare le condizioni di migliaia di famiglie in difficoltà con l’affitto nella Regione Lazio.’’
‘’Per il bando ‘Buono Affitto’ di Roma chiuso lunedì 18 maggio scorso, ci sono state circa 49 mila richieste inviate. Numeri da capogiro – sottolinea l’Unione – che indicano quanto siano necessarie queste risorse per le famiglie che hanno bisogno subito di questi soldi per non finire in morosità, ma anche di quanto siano poche le risorse se suddivise per tutti.’’
Secondo l’Unione inquilini, il Comune, a differenza dei proclami a mezzo social, ha già nelle proprie casse i 12 milioni da elargire e, avviando veloci istruttorie delle domande, dovrebbe mettere in campo anche gli strumenti ancora non avviati. Pertanto viene rinnovato l’appello alla responsabilità a Comune di Roma e sigle sindacali per chiedere un tavolo d’emergenza per rivedere i canoni e pensare nuove misure a sostegno di lavoratori e studenti in difficoltà con gli affitti. Tanto più che ora siamo di fronte a una crisi senza precedenti, i tribunali verranno intasati da cause per sfratto, possiamo muoverci prima e dirci con soddisfazione di aver fatto ognuno la propria parte per evitare di buttare la gente in strada. Interessante rilevare, come scrive Sarah Gainsforth, che la metà dei romani nel 2011 risiedeva in alloggi pubblici. La vendita di una parte considerevole di questo patrimonio ha contribuito, al pari dell’emergere di Airbnb, oggi in crisi, a stravolgere e gentrificare il tessuto economico e sociale del centro di Roma, a fronte di benefici davvero effimeri per le casse degli enti pubblici. Ora è persino in vista, avverte la ricercatrice, un nuovo piano di dismissioni pubbliche a prezzi stracciati, tenuto conto di un mercato immobiliare già sceso del 35 per cento prima della pandemia. ‘’Un piano per tornare ad abitare Roma deve iniziare – sottolinea – interrompendo la svendita di case”.