Le guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente, le tensioni geopolitiche, la dinamica dei prezzi e dei tassi di interesse rappresentano un serio rischio per il consolidamento della fase di ripresa economica del nostro Paese e del nostro territorio. Tutto nero su bianco nella nuova indagine della Camera di commercio di Roma, somministrata tra il 13 e il 20 dicembre 2023. Le imprese del panel hanno nel 67% dei casi la sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della provincia di Roma.
Ebbene, il 2023 si presenta come un anno di consolidamento dopo la crescita del 2022. Le imprese si sono divise, quasi nelle stesse proporzioni, tra aumento, diminuzione e stabilità del fatturato durante l’anno in corso. Più alta, poi, è stata la percentuale di imprese che ha aumentato il numero dei dipendenti, durante il 2023, rispetto a chi si è trovato costretto a ridurre la forza lavoro. Nonostante il forte calo dei prezzi dell’energia negli ultimi mesi, per oltre la metà delle imprese i costi energetici sono ancora più alti rispetto alla prima parte del 2023. Quasi una impresa su tre dichiara prezzi stabili e solo il 15% una diminuzione, ma comunque leggera.
L’aumento dei tassi di interesse ha frenato gli investimenti di poco più della metà delle imprese del campione. Restano incerte le prospettive sul 2024: praticamente la metà delle imprese si aspetta un fatturato stabile, mentre poco più di una su quattro in aumento e quasi una su quattro in diminuzione. Sempre per il 2024, poco più della metà delle aziende non prevede investimenti in digitalizzazione, stesso risultato per la sostenibilità ambientale.
Secondo la valutazione degli imprenditori, è più positivo l’impatto del Pnrr e del Giubileo sullo sviluppo della città rispetto all’impatto che avranno sulla propria impresa. Nel 2023 per il 37,2% delle imprese il fatturato è rimasto stabile rispetto al 2022, per il 30,1% è in aumento, per il 32,7%, invece, il fatturato è in diminuzione.
Più positivo l’andamento dell’occupazione. Per il 64% delle imprese romane del campione il numero dei dipendenti è rimasto stabile, a fronte di una percentuale del 21,1% che ha aumentato il numero dei dipendenti e del 14,8% che li ha ridotti. Nella parte finale del 2023, nonostante il forte calo dei prezzi dei beni energetici, solo lo 0,9% delle imprese dichiara costi dell’energia molto più bassi di inizio 2023, per il 15,2% c’è stata una leggera diminuzione e per l’83,9% invece sono rimasti stabili o in aumento (32,3% e 51,6% rispettivamente).
In considerazione dell’aumento dei prezzi verificatosi nel 2023, più di una impresa su 4, precisamente il 27,4% ha concesso aumenti retributivi ai dipendenti maggiori che in passato. L’aumento dei costi di finanziamento nel 2023 ha portato il 53,4% delle imprese a rinunciare a progetti di investimento. Quasi una percentuale di imprese simile (il 52,5%) dichiara una minore disponibilità delle banche a erogare credito nel 2023 rispetto al 2022.
E il 2024? Il 49,3% delle imprese prevede un fatturato stabile rispetto al 2023, il 26% in aumento e il 24,7% in diminuzione. Il 39,9% delle imprese l’accesso al credito non rappresenterà un problema nel 2024, quasi uguale la percentuale di imprese (38,1%) che, invece, pensa che l’accesso al credito rappresenterà un problema nel 2024 come lo è stato nel 2023. Per il 17,9% delle imprese l’accesso al credito sarà più problematico nel 2024 rispetto al 2023. Il 55,6% delle imprese e il 54,3% non prevedono infine investimenti nel 2024 rispettivamente nella digitalizzazione e nella sostenibilità ambientale.