Inflazione, Uil Roma Lazio: prezzi record per luce e gas

Durante lo scorso mese di gennaio sono lievitati i prezzi di tutti i beni primari, bollette in testa.

“Un inizio d’anno all’insegna dei rincari in tutti i settori principali, dalla spesa, all’elettricità, ai combustibili e persino bellezza e affini. Durante lo scorso mese di gennaio infatti sono lievitati i prezzi di tutti i beni primari, bollette in testa. In vetta alla classifica la fornitura del gas e dell’energia elettrica che segnano rispettivamente non solo un più 8,2% e 7,9% rispetto all’anno precedente ma anche un forte incremento (+4,8% e +3,9%) rispetto al mese di dicembre 2017, quando già si era assistito a un’impennata dei prezzi al consumo”. Così in una nota la Uil Lazio.

“Questi – si legge nel comunicato – alcuni dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio in merito all’inflazione nella Capitale durante lo scorso mese di gennaio.

E se gas ed energia primeggiano nella triste classifica, il costo dell’acqua non è da meno: ben più 5,6% rispetto al 2017, sia per quanto riguarda la fornitura sia per la raccolta delle acque di scarico. Più contenuti ma sempre in crescita il gasolio per il riscaldamento (+1,8%), i servizi per la manutenzione di casa (+1,3%) e ricominciano ad aumentare gli affitti per l’abitazione principale che segnano un più 1,2%. In forte rialzo anche il carrello della spesa con ben il 7% in più del prezzo della frutta, una maggiorazione di oltre il 3% del costo degli oli, del 3,6% per le acque minerali e i succhi di frutta, del 2,8% per te e caffè e del 2,4% per la carne. E per non lasciar nulla fuori dal carrello, anche il pane segna un più 1,2%”.

“In sostanza, aumenti a tutto tondo e soprattutto dei beni irrinunciabili – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – già durante gli ultimi mesi dello scorso anno avevamo evidenziato forti rincari delle bollette e dei servizi primari, ma purtroppo la situazione è ulteriormente peggiorata e ci troviamo di fronte a prezzi che salgono a discapito di una qualità della vita in discesa: sempre più contratti a breve scadenza, aumenti delle domande di disoccupazione e servizi inesistenti. Una magrissima consolazione potrebbe essere rappresentata dal costante calo del costo dell’istruzione soprattutto universitaria, ma anche qui bisognerebbe indagare più a fondo perché diminuiscono le rette è vero, ma contemporaneamente cala anche il numero degli iscritti”.
“È sceso infatti di oltre il 39% il costo dell’istruzione universitaria, mentre aumentano del 2,2% i servizi culturali e cresce del 2,3% il costo delle mense, siano esse studentesche o aziendali. Sarà difficile consolarsi dal parrucchiere o con un trattamento estetico, in crescita entrambi del 2%. Invariato, forse non a caso, il costo dei gioielli”, conclude la nota.

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