La mega fusione in vista fra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca darà vita al quarto gruppo bancario europeo, ma taglierà, fatalmente, anche migliaia di posti lavoro.
Al di là dell’interesse borsistico, giustamente suscitato da un operazione da circa 5 miliardi di euro, l’iniziativa dell’istituto guidato da Carlo Messina risponde ai rapidi cambiamenti che la tecnologia digitale determina nell’attività delle banche. E’ quindi necessario, non solo mantenersi competitivi ma, anticipare i vari competitor per mantenersi al top sul mercato globale del credito.
Anche nel settore del credito, internet e il digitale hanno eliminato gran parte dell’intermediazione alla quale erano dedicati tanti spazi con cosiddetti sportelli e consulenti.
Così facendo però la banca sta perdendo il valore aggiunto, apprezzato e fondamentale soprattutto per i risparmiatori meno esperti e le piccole aziende, costituito appunto dal rapporto diretto e fiduciario con il personale bancario.
Questo aspetto “umano” sembra passare in secondo piano quando si affronta il grande risiko bancario o aziendale. Una scelta che, secondo noi, potrà alla fine scoraggiare il piccolo retail non sufficientemente “digitalizzato” e quasi “smarrito” di fronte a tanta nuova tecnologia.
Infatti, tenuto conto che nella gestione del denaro, in acquisizione quanto in uscita, nei cosiddetti pagamenti, possono già operare soggetti differenti dalle banche, i risparmiatori, privati dell’assistenza particolare alla quale erano abituati, saranno portati a bypassarle e sostituirle con lo stesso provider che fornisce la scheda telefonica (esempio).
Negli Usa la Apple già fornisce carte di pagamento e ciò le è utilissimo per acquisire dati sul comportamento dei clienti. Inoltre è già possibile aprire un portafoglio elettronico per gli acquisti che avvengono ormai sempre più sul web.
Del resto proprio Intesa Sanpaolo è stata in prima linea ad accelerare la spersonalizzazione verso il cliente, attraverso lo smobilizzo delle succursali e rendendo sempre più difficile il rapporto one to one con il cliente che potrebbe davvero provare il desiderio impellente di andarsene altrove (con il proprio conto).