Investimenti pubblici: a Roma fermi a 130 euro pro capite contro i 400 di Milano

Le cifre che riguardano la Capitale, con circa 1300 chilometri quadrati di superficie e 3 milioni di abitanti, tratte dalle tabelle del Siope, sono crollate negli ultimi 8 anni

I lavori per la stazione della metro C Fori Imperiali - Colosseo

Investimenti pubblici? Roma, la Capitale del Paese, anche nel 2021 ha recitato la parte del lumicino di coda rispetto non solo a Milano, ma anche a Napoli. Le cifre, tratte da ‘’La Repubblica’’dalle tabelle del Siope, il Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, sono impressionanti. 

La Città Eterna, che si estende per 1287 chilometri quadrati e ospita quasi tre milioni di abitanti, lo scorso anno ha speso per investimenti 358,9 milioni di euro, ancora molto lontana dalla media di oltre un miliardo che si registrava fino al 2013, anno a partire dal quale ha iniziato a mordere la stagione dell’austerità, che ha cominciato a sbloccarsi solo a partire dal 2018, anno in cui gli investimenti pubblici a Roma hanno toccato un minimo storico di 129 milioni. 

Ma non solo. I numeri sono disarmanti se si paragonano, sempre per il 2021, con i 555 milioni di Milano, per un’ area di 181,67 chilometri quadrati e un milione 372 mila abitanti, e i 210,5 milioni di Napoli che occupa 117,27 km quadrati e ha 917 mila abitanti. Anche perché nei valori pro-capite. 

Roma ha potuto contare su 130 euro di investimenti per abitante, molto meno sia rispetto a Milano, che vanta 400 euro per abitante, che a Napoli che ne ha spesi 230. E ora si può solo sperare che la fase post-pandemia le offra la possibilità di uscire da un lunghissimo declino degli investimenti che ne ha sicuramente compromesso le potenzialità di sviluppo. 

Le speranze? I fondi del Pnrr, ma anche quelli per il Giubileo del 2025 e, in caso di aggiudicazione, gli altri che verrebbero se ospitasse l’Expo nel 2030. La cronistoria è impietosa: un’onda lunga che ha ridotto le capacità di investire almeno dell’80 per cento. 

Si comincia con le politiche di austerità del governo Monti all’inizio dello scorso decennio per la crisi del debito sovrano. Nel quinquennio 2009-2013, il Campidoglio aveva effettuato investimenti per 5,8 miliardi di euro, con una media annua di 1,2 miliardi. Ma anche allora il paragone con Milano è impietoso: i suoi investimenti erano pari a 6,9 miliardi, con 1,4 miliardi l’anno. 

Poi nei cinque anni successivi (2014-18) l’ammontare degli investimenti a Roma crolla a 1,3 miliardi, per una media annua di appena 266 milioni. Mentre nello stesso quinquennio Milano faceva investimenti per 2,9 miliardi, con una media annua di 571 milioni. 

E la situazione rimane sostanzialmente inalterata nell’ultimo triennio, quando a Roma sono stati investiti in media ogni anno 284 milioni di euro, contro i 536 milioni di Milano. In sostanza, dal 2014 Milano ha investito in un anno quello che Roma ha fatto in due anni, arrivando a pagare nel complesso oltre 2,2 miliardi in più. 

«Il sistema produttivo di Roma – spiega a ‘’La Repubblica’’ il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti – è stato fortemente penalizzato dalla caduta degli investimenti pubblici in città. Ne hanno risentito i risultati di crescita, che non a caso sono stati molto spesso inferiori alle attese. Le imprese romane hanno però saputo reagire all’assenza di stimolo che dovrebbero fornire gli investimenti pubblici e hanno comunque proseguito nel loro percorso di innovazione e riposizionamento competitivo. Ne abbiamo avuto dimostrazione proprio durante la pandemia, quando hanno dimostrato una grandissima capacità di reazione, nonostante la gravissima crisi che ha colpito il settore turistico”.

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