È la stazione appaltante della più importante della Capitale, la metro C, ma Roma Metropolitane da quattro anni aspetta di vedere la luce in fondo al tunnel. Basti pensare che i lavoratori della partecipata capitolina, che i tunnel sotterranei li progettano, sono senza stipendio da febbraio. Adesso però c’è un cronoprogramma per arrivare alla fusione con Roma Servizi per ìa Mobilità e uscire dalia messa in liquidazione avvenuta nel 2019: sette mesi di tempo. Liquidazione che doveva essere «controllata», diceva l’ex assessore al Bilancio della giunta Raggi, Gianni Lemmetti.
In realtà è successo di tutto, scrive oggi La Repubblica. L’ultimo disastro in ordine di tempo è stato i! pignoramento dei conti da parte di due ditte (Metrofil e De Sanctis) che in passato hanno lavorato con la municipalizzata costruendo i corridoi Eur-Tor de’ Cenci ed Eur Laurentina Tor Pagnotta. Stava per saltare tutto, inclusi i lavori per il prolungamento della terza metropolitana di Roma e in particolare le tratte Venezia-Colosseo Fori Imperiali e Clodio-Mazzini-Venezia. Perché con i conti pignorati qualsiasi finanziamento da parte di Roma Capi tale sarebbe finito ai due creditori. Il pericolo del fallimento della società è stato sventato pochi giorni fa, grazie alla moral suasion dell’assessore ai Trasporti, Eugenio Palane: il pignoramento da 5,5 milioni di euro è stato ritirato e poi sono state pagate le prime due rate da 1,6 milioni.
Gli stipendi devono ancora essere pagati e per questo sono già stati stanziati i fondi che serviranno a rimettere in sesto Roma Metropolitane: Ð milioni in spesa corrente per il 2023 e altri 4,5 in conto investimenti. In più, il Comune ha acquistato la sede della municipalizzata che non riusciva neanche a pagare l’affitto. I lavoratori nell’ultimo anno l’hanno utilizzata poco e niente, addirittura le fotocopiatrici sono state portate via perché non si riusciva più neanche a onorare le rate del leasing. Adesso i tecnici stanno facendo i rilievi per rimettere a nonna gli impianti. a loro volta all’ultimo stadio. Roma Metropolitane si occupa anche della progettazione di funivie, corridoi per i filobus, tramvie, parcheggi. Ma da quando è stata messa in liquidazione, tra le proteste dei sindacati, dei lavoratori e del Pd allora all’opposizione, non ha più potu to ricevere commesse.
E rimasta “solo” la metro C e adesso l’obiettivo è riportare la municipalizzata a poter svolgere di nuovo le mansioni per cui è stata creata. Lo tara con ogni probabilità con un nuovo nome, frutto della fusione con Roma Servizi perlaMobilità. Nel frattempo bisognerà saldare prima di tutto i salari arretrati, permettere ai lavoratori di tornare in sede e poi risarcire i creditori: oltre alle fotocopiatrici c’è stato anche il problema dei controlli sanitari necessari per entrare nei cantieri della metro C e ritardati perché mancavano i soldi per pagare il medico. Viaggio nella crisi della municipalizzata tra pignoramenti e bilanci da risanare -tit_org- Senza stipendi e fotocopiatrici il declino di Roma Metropolitane minaccia di frenare la linea C.