Se le TV locali si barcamenano tra mille difficoltà, le radio cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel della crisi. Nel Lazio risultano 79, tra radio commerciali e comunitarie, per un totale di 42 società e poco più di 320 addetti. Numeri che in sostanza sono rimasti quasi stabili dal 2008 ad oggi. E la buona notizia è che nel 2016 si è registrato un buon andamento del mercato pubblicitario: +2,6%.
Il Lazio è la seconda regione in Italia per ricavi, con circa 25 milioni di euro nel 2014, in calo comunque dal 2010 al 2015. Ora le aziende sperano che dai bilanci 2016, in corso di revisione, escano riscontri positivi se non altro per la maggior parte dei soggetti.
La nostra regione, in merito alla qualità dell’ascolto, sembra replicare i dati nazionali. L’84 per cento della popolazione ascolta la radio (è il secondo mezzo dopo la televisione), l’ascolto è in crescita anche tra i segmenti di pubblico più esposti alle nuove tecnologie: il 50 per cento dei 14-17enni e il 47 per cento dei 18-24enni dichiara che il tempo speso ascoltando la radio è aumentato rispetto a tre anni prima.
La nuova sfida è il “Dab+”, la radio digitale sulle automobili
Ora la nuova sfida è il Dab+, un sistema che permette di ascoltare la radio in qualità digitale e che già molte case automobilistiche stanno montando sulle vetture, seppur a un costo per l’utente in alcuni casi ancora elevato. Il presidente di una delle maggiori organizzazioni di settore AerAntiCorallo, Marco Rossignoli, dice che “se da una parte esprimiamo un giudizio positivo circa la recente accelerazione allo sviluppo del Dab+ impressa dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dobbiamo allo stesso tempo evidenziare una forte preoccupazione che tale sviluppo possa avvenire senza il pieno coinvolgimento dell’emittenza radiofonica locale e, quindi, attraverso un processo che, nei fatti, non rappresenti la naturale evoluzione della radiofonia analogica”.
In sostanza vanno ancora definiti tutti i bacini di trasmissione, e se non vengono individuate tutte le frequenze non poche emittenti rischiano di rimanere fuori. Nel Lazio sta comunque arrivando una novità.
La Radio Vaticana, emittente della Santa Sede, ad agosto dismetterà l’antenna che ha sulla palazzina Leone XIII in Vaticano, fonte di inquinamento visivo ma anche elettromagnetico per gli abitanti della zona, e la sostituirà con tre più piccole di minor potenza dislocate a Santa Maria di Galeria, in Vaticano e a Castel Gandolfo. L’obiettivo è coprire meglio col proprio segnale tutta la regione.