LA STORIA/a Collegiove gli anziani contro i candidati che arrivano da fuori, rieletto il sindaco uscente – FOTOGALLERY

Nel paesino del reatino, il più piccolo del Lazio - 130 abitanti, di cui 121 aventi diritto al voto - non passano le candidature di due liste con persone estere al paese. "Vogliono destabilizzare la popolazione, o quanto meno ci provano", ha detto un anziano

I 121 anziani di Collegiove si coalizzano, ammutinati con il voto i 2 candidati "forestieri"

Erano arrivati da altre città per candidarsi alla carica di sindaco, uno aveva addirittura proposto di eliminare la Zona a traffico limitato che, però, a Collegiove non c’è: è questo quello che si dice tra i vicoletti del Comune più piccolo del Lazio al voto in questa tornata elettorale. E così, nel paesino di poco più di 130 abitanti, di cui 121 aventi diritto al voto, con 79 voti gli anziani si sono coalizzati e hanno rieletto per la terza volta Domenico Manzocchi, sindaco uscente, che ora ha promesso lo sblocco di importanti cantieri attesi – per tutta la vita – dai nonni che abitano la cittadina in provincia di Rieti.

In paese l’elezione di Manzocchi è stata festeggiata con trombette, fuochi d’artificio e un banchetto con spumanti e dolci. Il sindaco ha abbracciato e stretto le mani a tutti i presenti davanti al Municipio. “Siamo il Comune più piccolo, ma anche quello più arrabbiato. Si può accettare una lista di persone esterne al paese? Queste sono liste pilotate da vecchie amministrazioni che vogliono destabilizzare la popolazione, o quanto meno ci provano”, ha detto un anziano venuto ad assistere allo spoglio. E già, perché a Collegiove, paesino incastonato tra le montagne al confine con l’Abruzzo, erano ben tre i candidati in corsa: oltre a Manzocchi, in campo c’erano Emanuela Bandieri, candidata con Fiamma tricolore, e Giuseppe Alviti con i Sovranisti per l’Italia. Bandieri è riuscita a spuntare 12 consensi, ma Sovranisti per l’Italia si è fermato a due voti. Due le schede bianche, per un totale di 95 aventi diritto che si sono recati alle urne.

Fin dalle 12:00 di ieri, nell’unico bar della zona, che fa anche da tabacchino e tavola calda, si sono ritrovati gli anziani residenti. “Io sono andata a votare, ci abbiamo messo tanto per conquistare questi diritti, che li vogliamo togliere?”, ha spiegato Roberta, la proprietaria del bar.

“Il problema – ha aggiunto – è che queste sono state elezioni strane, non abbiamo capito il motivo per cui due liste si sono candidate. Ma Manzocchi lo conosciamo bene, in questi anni ha lavorato bene. Poi c’è sempre qualcuno che non viene a votare, pure alcuni che abitano qua”. Tuttavia la popolazione di anziani è riuscita ad ammutinare, con il voto, i candidati forestieri. Anche con il supporto di chi, come Giovanni, abita in Svizzera e non ha voluto rinunciare a sostenere il sindaco cresciuto nel territorio: “Sono venuto qui solo per le elezioni, ho fatto come Carlo Verdone. Ho grande rispetto per il sindaco uscente, che ha un grande cuore e sta facendo tante cose. Queste liste in più non hanno senso, sono due liste di disturbo. Chi ha amministrato per anni Collegiove ha visto che nessuno lo ha più votato, e ora sta facendo cattiverie. Con dei programmi che non dico: una candidata voleva fare la stazione del treno per 130 persone e l’altra voleva togliere la Ztl, che qua non c’è mai stata”. Due uomini sulla settantina, non riescono a fare finta di nulla e intervengono: “Queste elezioni sono come le scarpe, piu sono strette e più fanno male”, ha detto uno. “In genere alle elezioni si presentano due liste, ma a queste abbiamo avuto tre liste. Una sola è stata fatta da uno di Collegiove, gli altri non li conosciamo. Non c’è stata neanche campagna elettorale, questi da fuori non sono neanche venuti qui”, ha aggiunto l’altro.

Nel frattempo in via Roma, corso principale del paese, dove al momento c’è un cantiere per la riqualificazione del selciato, anche oggi il crocifisso e il monumento ai caduti hanno vegliato, come ogni giorno, sulla piazza e sui gatti apollaiati sui davanzali o davanti alle porte d’ingresso delle case. Tra le nuvole bianche basse e dense di pioggia, che avvolgevano gli alberi e i tetti delle case, l’assessore all’Edilizia pubblica uscente, Pietro Petroni ha raccontato: “Via Roma d’estate si riempie, ci fanno le sagre e l’infiorata, che in realtà viene fatta col sale colorato, perché costa meno, c’è chi dice che andrebbe chiamata un’insalata”, ha ironizzato. “Questa è una zona importante del reatino che però è stata trascurata, la politica non è stata lungimirante in passato – ha detto Manzocchi -. In questi anni abbiamo fatto tanto, erano tutte cose attese da anni, ma vogliamo fare ancora di più. Abbiamo messo in sicurezza la parte vecchia del Paese e stiamo rifacendo la piazza. In questi anni, poi, vogliamo fare una strada che in 20 minuti porta a Rieti, adesso ci vuole un giro di oltre un’ora. Vogliamo ricreare un tessuto sociale per portare i giovani qui”.

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