“Il nostro obiettivo è arrivare a una giusta indicizzazione del prezzo del latte ovino nel Lazio, ma vogliamo anche costruire un percorso di sviluppo a 360 gradi che si basi su un’attenta programmazione strutturale e su una regolamentazione chiara. L’accordo sul prezzo raggiunto in Sardegna può considerarsi solo un punto di partenza per il rilancio del settore zootecnico, cruciale per il Centro Italia, ma non è soddisfacente perché copre solo i costi di produzione che in una realtà come quella del Lazio sono maggiori: 85 centesimi. Per garantire il giusto compenso agli allevatori è necessario valorizzare le produzioni locali, a partire dalle mense scolastiche, e puntare sui contratti di filiera, facendo partecipare attivamente tutti i protagonisti, dalla produzione alla distribuzione”. Lo dichiara in una nota David Granieri, presidente Coldiretti Lazio.
“A riguardo è fondamentale coinvolgere tutte le Dop e le produzioni certificate laziali del settore ovino, ottenendo una maggiore rappresentatività degli allevatori all’interno delle strutture – continua Granieri – C’è ancora tanto da fare, ma importanti risultati sono stati raggiunti, a partire dalla desecretazione dei dati sui cibi stranieri. Una battaglia storica vinta dalla Coldiretti per la sicurezza e la trasparenza. C’è la ferma intenzione di andare avanti sulle proposte presentate alla Regione che, come da noi richiesto, ha istituito un tavolo permanente sulle produzioni ovine che raccoglie tutte la filiera. Altra battaglia decisiva riguarda l’approvazione della Regione di un emendamento alla proposta di legge 37 del 2018, sulla disciplina del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande, che prevede che la vendita del latte degli allevatori del Lazio non possa essere effettuata a prezzi inferiori ai costi di produzione. Siamo pronti a far causa a chi non rispetterà questo provvedimento”.