Celli: ‘cool’ è essere donne libere di scegliere. Parole assurde della senatrice Mennuni

La Presidente dell'Assemblea Capitolina sottolinea come "La natalità è ai minimi storici perché tante ragazze e ragazzi non hanno più fiducia nel loro futuro, perché hanno difficoltà a realizzarsi e avere stabilità lavorativa

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“Dobbiamo insegnare alle nostre figlie che ‘cool’ è essere donne libere, capaci di autodeterminarsi ed esprimere la loro personalità”, così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, che aggiunge “Le parole della senatrice Lavinia Mennuni (FdI) rilasciate questa mattina nel corso di un’intervista televisiva, sono frutto di una cultura arcaica e retrograda. Da mamma e donna impegnata in politica e nelle istituzioni, dirò sempre a mia figlia che deve lottare per affermare i propri diritti, di scegliere senza condizionamenti la strada da seguire, di coltivare sogni e speranze. Dobbiamo essere al loro fianco e mai imporre volontà prestabilite. Non c’è una via prioritaria e più giusta, ma soltanto la necessità di difendere la propria dignità e libertà, in ogni contesto e forma. Di essere libere di diventare mamme”.

Prosegue la nota, “E da questo che passa il vero cambiamento culturale. In un Paese moderno come l’Italia non possiamo registrare ancora oggi posizioni così assurde. La natalità è ai minimi storici perché tante ragazze e ragazzi non hanno più fiducia nel loro futuro, perché hanno difficoltà a realizzarsi e avere stabilità lavorativa, perché è difficile conciliare la vita professionale con quella privata, perché ci sono ancora pochi asili nido, perché non abbiamo realmente creato le condizioni per essere contemporaneamente mamme e lavoratrici. Perché ancora oggi costringiamo tante donne a dover scegliere”.

Conclude Celli, “La politica, dunque, invece di fare proclami e dettare indicazioni e ricette che appartengono ad un’epoca e a una cultura patriarcale fortunatamente superate, deve preoccuparsi realmente delle esigenze delle nuove generazioni, magari tornando ad ascoltare e mettere al centro i giovani”.

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