Lavoro: Confartigianato, il sommerso a Roma vale 280 milioni

Secondo uno studio dall`idraulico all`estetista un esercito di 8 mila artigiani fantasma

Uno dei principali mali dell’economia romana: il lavoro sommerso di imprese individuali fantasma come estetisti, giardinieri, elettricisti, muratori, idraulici, tassisti e chef a domicilio o personal trainer abusivi: un popolo di artigiani e imprenditori fai da tè che, secondo uno studio di Confartigianato, riportato da ‘’La Repubblica’’, vale un giro d’affari di almeno 280 milioni di euro all’anno e riguarda più del 20% delle imprese individuali romane. Che non sono formate, non danno garanzie sulla sicurezza e lavorano in nero. 

A Roma, secondo il report di Confartigianato, ci sono 66.310 imprese artigiane iscritte all’albo tra cui parrucchieri, fabbri, falegnami, carrozzieri, tatuatori, II 20% delle aziende individuali romane sono senza formazione e autorizzazione estetisti, panificatori, pittori e imbianchini, giardinieri. Ma sono almeno 8mila le imprese fantasma fai da tè soprattutto in mestieri artigianali come idraulici ed elettricisti, estetisti e acconciatori, pittori e muratori: lavorano a domicilio, molti non hanno neanche una partita Iva, non sono autorizzati a esercitare, non hanno seguito percorsi di formazione ne hanno titoli o certificati professionali, non danno garanzia su sicurezza e qualità del lavoro. 

«Affidarsi al lavoro sommerso è un rischio anche per i committente in termini di salute e di qualità del servizio», spiega a ‘’La Repubblica’’ Andrea Rotondo presidente di Confartigianato Roma. In termini economici il danno è rilevante perché gli irregolari fanno dumping contrattuale e mettono fuori mercato i lavoratori regolari e onesti: «Gli irregolari evadono e possono mantenere prezzi più bassi fino al 30% rispetto alle imprese regolari mettendoli di fatto fuori mercato, spiazzando i loro investimenti e caricando sulle loro spalle il peso fiscale» continua Rotondo. 

I numeri del report parlano chiaro: la concorrenza sleale di 8mila artigiani irregolari a Roma rischia di portare al fallimento almeno 40mila piccoli imprenditori regolari, in prevalenza partite Iva, tra cui 7.600 acconciatori ed estetisti, 3mila elettricisti, 2.300 idraulici, 13.700 muratori, 822 imbianchini, quasi mille giardinieri, 5.600 tassisti. Sono questi i mestieri artigianali più esposti all’abusivismo, ma il problema riguarda tutti i settori. 

Secondo la Confartigianato, a Roma sono almeno 84 mila i lavoratori indipendenti irregolari che lavorano nel settore dei servizi, commercio, trasporti, intrattenimento, ristorazione, manifattura. Nel Lazio il numero degli irregolari aumenta addirittura a 421 mila, di cui 18 mila nell’agricoltura, 17 mila nella manifattura, 35 mila in edilizia, 350 mila nei servizi, commercio e turismo. 

È una cifra alta che rappresenta almeno il 15% del totale degli occupati: non sono registrati in alcun albo, spesso non hanno neanche una partita Iva nè autorizzazioni o certificati per esercitare la professione nel rispetto della sicurezza. Perché un numero cosi alto? 

«Quasi sette committenti su dieci acquistano servizi dal lavoro sommerso perché vanno alla ricerca del prezzo più basso – spiega Andrea Rotondo – questo fenomeno si è accentuato con la crisi economica conseguente alla pandemia, che ha pesantemente colpito i redditi e i consumi: nel 2021 il reddito disponibile delle famiglie italiane si è ridotto del 3,8% accompagnato da una caduta dei consumi di 66,5 miliardi, pari al 7% in meno». 

Il Covid ha accentuato un altro problema che sta moltiplicando l’abusivismo: «molti degli evasori totali scoperti dalla Guardia di finanza operano nell’e-commerce, un canate di vendita che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita, accelerata nella pandemia – conclude Rotondo – ma dal Pnrr arriva un segnale d’intervento. Tra le varie riforme è prevista l’assunzione di circa 2mila nuovi ispettori su un organico corrente di 4.500 ed entro la fine del 2024 ci aspettiamo un incremento del numero di ispezioni pari al 20% rispetto alla media del triennio 2019-2021». 

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