Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi con 27 voti favorevoli, uno contrario e 11 astenuti, la proposta di legge regionale in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico. Si tratta di una legge regionale di adeguamento agli obblighi europei e in particolare di recepimento di una direttiva comunitaria che prevede adozione di misure trasparenti e imparziali per l’attribuzione delle concessioni. La proposta di legge, già adottata dalla Giunta in data 30 aprile 2021 ma che non aveva terminato il proprio iter, “è stata aggiornata anche sulla base del nuovo codice dei contratti pubblici: una materia che tocca competenze sia statali che regionali, in particolare allo Stato compete in via esclusiva la tutela dell’ecosistema, in cui rientrano le acque, bene demaniale, mentre la materia della produzione e trasporto dell’energia rientra nell’ambito delle competenze legislative concorrenti della Regione”, ha spiegato l’assessore alla Tutela del territorio Fabrizio Ghera.
Il decreto legge 135 ha stabilito la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche a scadenza di concessione o in caso di rinuncia a essa. Lo stato mantiene un potere di intervento in caso che la regione non provveda. Tuttavia l’innovazione normativa avviene pur sempre nel quadro del decreto legislativo 79 del 1999, che fissava come criterio base quello della tutela della concorrenza nel rispetto dei principi della Ue. La Regione quindi legifera, con questa normativa, per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettriche e relativi canoni da versare da parte dei concessionari, nonché sulle modalità di passaggio a essa degli impianti a scadenza di concessione; ma anche le modalità di aggiornamento delle opere sono una materia toccata da questa legge.