Scade il prossimo 30 settembre l’‘’Open Innovation Challenge’’ per la “Sicurezza del Firmware” ossia del programma presente in tutti i dispositivi elettronici , che Regione Lazio ha lanciato con il supporto di Lazio Innova, e in collaborazione con Tesly (società del gruppo TIM).
La ‘’gara’’ è rivolta al mondo delle startup, PMI, spin off universitari e centri di ricerca, finalizzata a favorire la sperimentazione e il collegamento tra giovani imprenditori e il mondo, delle grandi aziende per identificare idee e/o soluzioni per proteggere a protezione il software di apparati embedded, sia durante la normale operatività, che durante le fasi di aggiornamento del firmware o del bug discovery e fixing.
Una sfida a tutto campo sulla sicurezza del firmware lanciata da Tesly, che vede la concreta e preziosa partecipazione della Regione Lazio e di Lazio Innova, società in house della Regione Lazio che opera a vantaggio delle imprese e della pubblica amministrazione locale nell’erogazione di incentivi a valere su risorse regionali, nazionali e/o europee. ‘’Prosegue l’impegno della Regione Lazio per promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico attraverso la collaborazione continuativa tra startup, innovatori e le nostre imprese”. Ha detto in occasione della nuova‘’Challange’’ per 20.000 euro e servizi specifici, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione, Paolo Orneli.
“La Challenge ‘Sicurezza del Firmware’ – ha sottolineato – fa parte del programma di Open Innovation che la Regione Lazio, attraverso Lazio Innova, lancia per favorire processi di innovazione aperta sui temi cardini dello sviluppo e della competitività, come la digitalizzazione e la sicurezza. Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico: sono queste le parole chiave del nuovo modello di sviluppo che dobbiamo costruire”.
In partcolare l’obiettivo della challenge è identificare idee innovative per risolvere criticità nei seguenti ambiti di sfida: Firmware Blackbox: impossibilità di verificare la presenza di librerie o funzioni vulnerabili o backdoors inserite dal produttore; Aggiornamenti: complessità di implementare meccanismi di autoaggiornamento sicuri; Manomissione: difficoltà nello scoprire se un dispositivo già in uso sia stato compromesso.