La situazione finanziaria della Regione Lazio “è drammatica. La Corte dei conti ha osservato che il debito è molto pesante e parliamo di 22 miliardi. E questo ridurrà il margine di manovra. Quindi occorre intervenire” . Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, intervenendo nella seduta del Consiglio regionale per la relazione programmatica di inizio mandato.
Rispetto a un possibile nuovo commissariamento per la Sanità, ha detto: “Noi siamo in piano di rientro e non cambia se c’è il commissario o meno. Non c’è una sanzione in più o in meno. C’è da affrontare con il governo il tema di sostenibilità di un debito, per poterlo affrontare e non rimanere schiacciati”. Ha poi aggiunto: “Io sarei irresponsabile a presentarmi al governo e dire “dovete darmi i soldi”, vista la crisi attuale. Bisogna andare a ragionare e non chiedere l’impossibile per fare solo demagogia. Purtroppo le risorse a disposizione del paese sono queste e noi dobbiamo trovare il modo di trovare altre soluzioni tecniche che io ho in mente – ha sottolineato – ma prima di parlarne voglio verificare, per evitare un dibattito inutile in questa fase”.
Sul bilancio, ha ricordato che quello che sarà approvato nei prossimi giorni “è un bilancio tecnico: in questo momento la Regione è paralizzata perché in assenza del bilancio non si può fare alcuna spesa. Poi nelle prossime settimane ci sarà un assestamento che vedrà variazioni di carattere politico con traiettorie chiare rispetto alle priorità di governo. Il bilancio è l’atto politico per eccellenza. L’assestamento sarà in primavera inoltrata”
Sul versante ospedali, per Rocca “il San Giacomo e il Forlanini dovranno essere riaperti”. Ha poi chiarito: “Certo rimettere mano per farne una struttura per acuti ha dei costi insostenibili, ma magari si può pensare a realizzare una Rsa mantenendone la vocazione socio- sanitaria”. Sugli ospedali “non è un caso che i due nosocomio di Roma, l’Umberto I e San Camillo, perdano 150 milioni di euro l’anno. C’è un problema strutturale in quelle due strutture e se non lo affrontiamo insieme ci sarà un’emorragia”.
Infine, sulla distribuzione degli incarichi “noi abbiamo nelle regioni dei tetti rispetto agli assessorati, dati da una legge nazionale. Ci sono assessorati che per tematiche pesano meno, poi è ovvio che non si può mettere insieme Cultura e Lavori pubblici, perché ci sono dei segmenti razionali. Ma ci sono veramente degli assessorati che sono dei mostri in termini di peso che poi devono essere seguiti quotidianamente. Quindi, c’è la possibilità di creare quattro sottosegretari con una piccola modifica dello Statuto e quindi avere qualcuno che possa alleggerire il peso di certe deleghe accorpate, per seguirli meglio”.