Lazio: spunta buco da 170 milioni, indicazioni Corte Conti non rispettate

andranno ad incidere direttamente sul disavanzo, con un debito totale che sale a circa 28 miliardi di euro

Spunta un buco di circa 170 milioni di euro nei conti del Lazio che andranno ad incidere direttamente sul disavanzo, con un debito totale che sale a circa 28 miliardi di euro. Questa la situazione della regione, fotografata dalla Corte dei Conti, sezione di controllo, che oggi ha parificato il rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2022, rilevando delle “criticità” mai pienamente affrontate dalle precedenti amministrazioni. A spiegarlo è stato lo stesso presidente della sezione regionale di controllo per la Regione Lazio, Roberto Benedetti: “le indicazioni della Corte dei Conti in passato non sempre sono state rispettate”. Questo buco finanziario nel bilancio si tradurrà in ulteriori tagli nel prossimo esercizio. Si tratta di una situazione non facile, che il presidente Francesco Rocca si è trovato e ora dovrà affrontare, cercando di ridurre al minimo i tagli sui servizi regionali. “Tutto ciò a causa della gestione della precedente amministrazione della sinistra e del M5s”, ha tuonato Rocca dopo la pronuncia del giudizio di parifica. I 170 milioni che mancano all’appello e che dovranno essere reperiti con tagli, “andranno ad incidere sulla carne della gente. Questo è quello che mi addolora. Faremo un lavoro di analisi per capire dove andare a reperire le risorse e contenere al massimo il disagio per i nostri cittadini. Noi ereditiamo questa situazione ma i cattivoni poi saremo noi se dovesse aumentare il biglietto Atac”, ha spiegato il governatore.

Rocca è apparso scuro in volto, non tanto per il giudizio di parifica, come lui stesso ha detto, “ma per il lavoro che dovremo affrontare e per le risorse che non ci sono, con i servizi che dovremmo garantire”. La precedente giunta “spesso non ha rispettato le indicazioni arrivate dalla stessa Corte. Questo è il motivo per il quale oggi ci troviamo in tale situazione decisamente difficile, perché imporrà come detto ulteriori tagli a un bilancio già pesantemente provato dalla situazione debitoria – ha osservato -. Affronteremo questa fase con estrema responsabilità nei confronti dei cittadini e dell’amministrazione regionale, recependo, come abbiamo sempre fatto da quando ci siamo insediati, le indicazioni e i rilievi della magistratura contabile”, ha concluso Rocca.

Le eccezioni di parifica da parte della Corte dei Conti sono tre per un totale di 170 milioni di euro. In particolare si tratta di 31 milioni di crediti per l’Ater di Roma, collegati alla mancata vendita della sede. Poi ci sono i fondi di dotazione negativi, ovvero una parte del debito del sistema sanitario regionale che dovevano essere coperti con la manovra fiscale aggiuntiva di 45 milioni di euro ma, invece, sono stati svincolati a favore del bilancio ordinario. E la terza criticità riguarda i residui passivi perenti (debiti non reclamati dai vari enti e dal sistema sanitario), la cui copertura risulta inferiore per circa 95 milioni di euro, somma che dovrà essere pagata prima o poi. “Abbiamo una parte non parificata perché irregolare, una parte che ha dei problemi nella forma, ma non incideranno sul saldo. E l’ultima parte è una parifica con riserva perché non siamo in grado di dare la valutazione perché dato ancora da definire”, ha spiegato Benedetti. I giudici hanno espresso parifica con “riserva” sulla parte relativa alla spesa sanitaria dell’ente (ossia il 75 per cento del totale della spesa del Lazio). Nella relazione curata dal magistrato Vanessa Pinto si obietta sul ruolo giocato dalla controllata Laziocrea, deputata alla movimentazione del denaro. La parifica, già l’anno scorso, era stata sospesa sulla base di criticità che i giudici contabili avevano rilevato sul versante della spesa sanitaria dell’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti. In particolare, si fa riferimento ai capitoli di bilancio relativi ai fondi di dotazione aziendali e quelli connessi alla voce “Debito verso aziende sanitarie” relativi ai movimenti tra Gsa (Gestione sanitaria accentrata) e la società LazioCrea.

La gestione del sistema sanitario regionale è inficiata da una complessiva “non definitività” dei dati delle risultanze di bilancio, ovvero un disordine contabile. Al fine di recepire i rilievi formulati, l’amministrazione, con legge regionale del 2021, ha previsto l’internalizzazione del sistema dei pagamenti attraverso l’istituzione dell’Azienda regionale sanitaria “Lazio.0”. “Ma allo stato attuale, l’azienda non risulta ancora istituita e LazioCrea ha proseguito nella gestione della cassa sanitaria fino a tutto il 2022”, si legge nella requisitoria del procuratore regionale Pio Silvestri. Al riguardo “non si può fare a meno di rilevare che la soluzione della questione non è più procrastinabile”, conclude Silvestri. Tuttavia su un bilancio regionale che cuba circa 30 miliardi, pesa un debito totale di circa 28,1 miliardi, in aumento rispetto al 2021 (27,9 miliardi).

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