“Come l’Emilia Romagna e la Lombardia, anche il Lazio potrebbe entrare nell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile” e darsi degli obbiettivi al 2030, secondo le indicazioni dell’Unione Europea, elaborando le prospettive con la lente economica, sociale e ambientale.” E’ l’invito rivolto dal presidente del Gruppo assicurativo Unipol, Pierluigi Stefanini, nel corso della presentazione dell’indagine su “L’Attuazione del patto per lo sviluppo e l’occupazione” , promossa dal CRU, Consiglio Regionale Unipol – Lazio, che ha analizzato la crescita della regione nel triennio.
Rilevato il ruolo determinante delle Amministrazioni territoriali nella crescita dell’economia, Stefanini ha sottolineato che progredire in modo più equo e quindi con minori diseguaglianze, conviene anche economicamente. “E’ importante – ha rilevato – che dall’indagine emerga la fiducia verso la istituzione regione, ma è necessario intervenire ora sul disagio che viene segnalato nella sfera sociale e ambientale”.
Infatti nella verifica dello stato di attuazione, nel triennio 2013-2016 del “Patto per lo sviluppo e l’occupazione”, promosso dai sindacati, dal CNA, dalla Confagricoltura e dal CRU Lazio di Unipol, a fronte di stabilità-miglioramento del sistema economico complessivo, emerge un forte peggioramento della situazione sociale (val. 74%) e dell’occupazione ( 57%). Ciononostante migliora la reputazione della regione riguardo a trasparenza, semplificazione e uso fondi europei.
Nel suo intervento il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, ha rilevato la ripresa delle economie territoriali, nonostante la crisi generale di questi anni. Secondo Zingaretti un contributo determinante è stato fornito dalle importanti opere infrastrutturali stradali e dal miglioramento della mobilità sul ferro, che ha portato al rinnovo dell’84 per cento dei treni utilizzati dai pendolari attraverso il contratto di servizio stipulato con le FS.
Il Presidente della Camera di Commercio, Lorenzo Tagliavanti, ha comunque sollecitato un maggiore impegno a guardare a business globali, fruibili per tutto il mondo, in sostanza a sostenere una maggiore internazionalizzazione dell’economia laziale. Per contro ha lamentato la minore possibilità della Camera di Commercio di sostenere con le sue risorse moda, cinema e attività culturali, a causa dei tagli della riforma che impedisce di esercitare quel “mecenatismo collettivo”, motivo di orgoglio per l’imprenditoria locale.