Mangione (Architetti): Comune ‘liberi’ il Regina Coeli

Trasferire i detenuti e mettere la struttura a disposizione dei turisti per far fruttare le casse del Campidoglio. É solo una delle proposte emerse dall’intervista fatta al neo presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma

Liberare il carcere di Regina Coeli, che si trova nel cuore di Roma, per metterlo a disposizione  dei turisti e avere importanti entrate per le dissestate casse del comune di Roma. Monitorare nel dettaglio il patrimonio edilizio della Capitale per capire come vengono gestiti tanti immobili pubblici o come non vengono utilizzati tanti edifici privati abbandonati e che invece potrebbero trasformarsi da elementi di degrado della cittá  a elementi di recupero. E ancora, istituire un centro di raccolta ed elaborazione dati su tutta la cittá, di tutti gli immobili affittati o sfitti che appartengono al comune di Roma, per capire meglio come andare ad intervenire in un tessuto “ormai nel degrado più totale”.

Sono tante le proposte e gli input per risollevare la Capitale che arrivano dal neo eletto presidente dell’ordine degli architetti di Roma e Provincia, Flavio Mangione, che per diversi anni si è occupato, in ambito universitario, dello studio del social housing in Europa e delle nuove strategie abitative per l’integrazione sociale.

“Roma é una città molto complessa e deve essere studiata nel suo insieme per dare delle risposte organiche, risolvendo prima di tutto il problema delle infrastrutture, chiave del superamento della soluzione di continuità tra periferie e centro. Si tratta di capire, inoltre, che tipo di dinamiche ci sono in atto e come poterle affrontare o contrastare – spiega Mangione – Per questo abbiamo deciso di istituire, entro pochi mesi, un Urban Center.  Si tratta di un centro di raccolta ed elaborazione dati del patrimonio immobiliare pubblico e privato, per monitorare la cittá, per misurare le dinamiche urbane dal punto di vista economico e sociale e capire quali sono gli ambiti su cui intervenire. Tutto questo però risulterebbe inutile se il Comune di Roma non verrà sostenuto in modo adeguato dallo Stato con un impegno economico risolutivo, degno di una ‘città metropolitana’ che accoglie giornalmente pendolari da tutto il territorio della Regione. Lo Stato deve intervenire in tempi brevissimi per promuovere e sostenere tutti i progetti strutturali per il rilancio della città. L’Ordine degli Architetti, e speriamo anche l’Università, saranno al fianco del Comune di Roma per sollecitare un intervento ormai improrogabile”.

In questo modo si potrà ridisegnare la cittá, come ha più volte detto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, per i prossimi 20/30 anni?

“Disegnare la cittá é più una metafora. Bisogna prima capire quali sono i progetti sociali per Roma, quali sono i suoi flussi economici. Per una cittá é più difficile costruire una struttura sociale che un disegno architettonico. Prima, dunque, si costruisce un progetto economico di base, poi le infrastrutture (metropolitane, treni, etc) e su questo il resto. Senza un progetto lucido e coraggioso si crea solo speculazione, emarginazione e degrado.

E a Roma questa ‘visione’ del futuro c’é?

Purtroppo sembra mancare del tutto. La Capitale é oggi nel degrado più totale. E da questo degrado é difficile farla ripartire se non facendo una programmazione economica e sociale seria. Siamo nel Medioevo, la situazione a Roma sta esplodendo. É più una situazione di emergenza sociale che urbana. Situazione talmente difficile che pensare al futuro della cittá é ingenuo quando la situazione é così grave.

Cosa si può fare per uscire da questa emergenza?

Roma é in un momento di crisi. Indipendentemente da chi si trovi a capo del governo della cittá le difficoltà sono enormi. Le priorità degli architetti in questo momento, per ripartire, sono tre: accesso immediato a tutti gli atti abilitativi (digitalizzazione e informatizzazione); avere una uniformità delle procedure in campo legislativo; chiarezza nelle leggi di attuazione. A Roma, in questo momento, abbiamo un numero incalcolabile di pratiche bloccate, l’ufficio condoni é inaccessibile e in completo stallo. Impossibile persino fissare un appuntamento. Cercheremo di dialogare con il Comune di Roma per cercare di capire come l’Ordine può intervenire per aiutare (anche con l’impiego di risorse economiche) ad accelerare questo processo di risoluzione dello stallo in cui si sono infilati. La questione é estremamente delicata: noi professionisti ci mettiamo a disposizione del Campidoglio per risolvere la questione del blocco delle pratiche urbanistiche in tempi brevi.

Le casse del Comune sono vuote e poi a Roma bisogna considerare il parco archeologico con i suoi numerosi vincoli, un punto di forza ma forse anche di debolezza..

I vincoli a Roma sono una scusa. Realizzare una metropolitana nella Capitale é sicuramente complicatissimo e costosissimo, certo, perché sotto Roma c’é un’altra città. Ma se si riuscisse a realizzarla sarebbe una grande opportunità, verrebbero da tutto il mondo solo per fare un giro in quella metro che si immerge in una città sotterranea. Il problema é sempre quello di avere una strategia economica, una progettazione e una visione. E a Roma manca.

Esistono diversi studi sul patrimonio edilizio della provincia di Roma. Studi accurati che ne svelano l’entità, le dinamiche economiche e sociali. Studi fatti dal Comune, dall’Università, da libere associazioni di cittadini nella veste di inquilini che ambiscono al giusto diritto ad avere un’abitazione. Sarebbe ora che tutti questi studi, queste informazioni vengano messe a sistema per trovare una soluzione a emergenze diventate ormai insostenibili, riflesso sia di complessi fenomeni di migrazione di massa ma soprattutto di una difficoltà economica che il paese non riesce a superare. Edilizia pubblica e privata abbandonata a se stessa, sia per speculazione sia per la completa assenza di un progetto economico e sociale evoluto, lucido e coraggioso. Un esempio su tutti: è impensabile che ancora oggi non sia stato ripensato, con un progetto dettagliato ed eseguibile, uno degli ambiti più belli di Roma, le pendici del Gianicolo, ancora utilizzato per la realtà penitenziaria di Regina Coeli. Un carcere che si trova nel cuore di Roma, in uno degli ambiti urbani più belli del mondo, e che potrebbe essere collocato in luoghi più opportuni, in aree con potenzialità completamente diverse. Non ci vuole molto per immaginare l’immensa ricchezza, sotto vari aspetti (abitativi, commerciali, culturali e turistici) che verrebbe messa a disposizione del Comune e dello Stato per rilanciare una città sovrastata da difficoltà a dir poco inquietanti.

In conclusione, cosa si può fare?

Bisogna cercare di monitorare nel dettaglio il nostro patrimonio edilizio e soprattutto capire come viene gestito, sia quello pubblico che quello privato. Mettere a sistema le più coraggiose, oneste e produttive energie delle Istituzioni pubbliche, dell’Imprenditoria e delle professionalità che agiscono sul territorio. L’Ordine farà di tutto per fare da collante tra questi mondi che per decenni sembrano aver lavorato, drammaticamente, senza una visione comune per il bene del territorio e del paese tutto.

 

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