Manovra, il governo cambia idea sulla ‘tassa sul volontariato’

A gennaio un decreto modificherà la contestata norma sull'Ires. L'Ufficio parlamentare di Bilancio: manovra meno espansiva di quanto previsto

(Foto Omniroma)

“A gennaio l’intervento sulla norma Ires: va calibrata meglio“. Con queste parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato la marcia indietro del governo sulla contestatissima norma che prevedeva il raddoppio dell’Ires per le realtà del volontariato. Si tratta dunque di un primo intervento a posteriori sulla manovra economica che sta finendo l’iter alla Camera per evitare l’esercizio provvisorio e che, proprio per questo, non può essere ‘toccata’, pena un ulteriore passaggio al Senato fuori tempo massimo.

Ma non è l’unica incognita della manovra: restano ancora non chiari i provvedimenti bandiera dell’esecutivo, quel  reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero, con il varo di “quota 100”. I due ‘pilastri’ sono rimandati, nel dettaglio, ad altri due provvedimenti che saranno scritti a gennaio.

Come se non bastasse, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in un’audizione alla Camera, ha sottolieato che dopo il maxiemendamento al Senato  “la portata espansiva della manovra viene ridimensionata“, con una riduzione degli investimenti rispetto al 2018.  Secondo i tecnici, si registra “un’inversione di segno nell’effetto netto complessivo sulla spesa per investimenti e contributi agli investimenti nel 2019: da un aumento di 1,4 miliardi inizialmente previsto si passa a una riduzione di circa un miliardo”. La manovra genera una pressione fiscale che “salirà nel 2019 al 42,5% del Pil dal 42% del 2018”, mentre la previsione di crescita dell’1 per cento del Pil è giudicata attendibile anche dai tecnici dell’Upb.

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