Dopo la ‘nefasta’ firma dal notaio per mano dei suoi consiglieri, che ha decretato la fine della sua avventura in Campidoglio, l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, lo scorso fine settimana è tornato in piazza per il suo primo evento pubblico politico, per dare appoggio a Giovanni Caudo, presidente del Municipio III, candidato alle primarie del centro sinistra per la corsa al Campidoglio.
L’ex sindaco non ha celato l’acredine per il partito di cui in passato fece parte e che lo appoggiò. Attacca Gualtieri, quello che secondo Marino”candida chi ha firmato dal notaio” e che sarebbe il “primo a doversi scusare”, ha ribadito. Il chirurgo, sottolineando di essere tra i “fondatori del Pd”, per mobilitare alle primarie attacca gli esponenti del passato.
“Dovreste davvero mobilitarvi per le primarie se no vincerà il candidato indicato dal partito, dalle truppe cammellate. Il fatto che” nel 2016 “come si chiamava? Roberto Giachetti? Quando quel candidato lì, fece le primarie io mi ero già trasferito ma ogni giorno, seguivo quello che succedeva a Roma. Avevo letto che alle primarie c’erano stato 30mila votanti e 5mila scheda bianche – ha detto Marino – . Ve lo immaginate uno che di domenica mattina, potendo andare al mare o in un parco” sceglie “di andare al gazebo, fare la fila, pagare 2 euro, e poi il 20% dei votanti fa scheda bianca? È chiaro che le hanno messe dentro alle urne per dire che c’erano 30mila votanti ma in realtà probabilmente ce n’erano meno di 20 mila”.
Non solo esponenti del passato, come la “corrente dei giovani turchi” o “piccoli orchi”, come li ha chiamati lui, ma anche quelli di oggi vengono colpiti dalle parole dell’ex sindaco.